Anche le navi dovranno pagare per le emissioni generate in Europa

Per la prima volta l’Emission trading scheme, il sistema di acquisto e compensazione dei gas serra emessi, è stato esteso anche al trasporto marittimo.
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Gianluca Cedolin 8 Dicembre 2022

Nei discorsi sulle emissioni di gas serra generate dal settore dei trasporti, tra i principali responsabili del riscaldamento globale, si parla quasi sempre delle automobili e degli aerei, ma spesso si dimentica di citare le navi, che pure sono molto spesso mezzi altamente inquinanti. Secondo l'Agenzia europea per l'ambiente, il trasporto marittimo da solo vale il 4% del totale delle emissioni di gas serra prodotte in Europa (i trasporti in generale arrivano al 28 per cento del totale).

Per questo il recente accordo sulla riforma dell'Ets, l'Emission Trading Scheme, è considerato un passo importante, perché è stato esteso l'obbligo di compensare le emissioni anche al comparto navale. Facciamo prima un passo indietro, e ricordiamo che con l'Ets viene imposto un limite al diritto di emettere inquinanti specifici in una determinata area (in questo caso l'Europa). Le aziende possono scambiare i diritti di emissione all'interno di tale area, in modo che la quota totale di gas serra generati non superi mai il limite. In Europa circa il 45 per cento delle emissioni di gas a effetto serra è coperto dal sistema di scambio quote.

Ora però si aggiungerà anche il settore navale, e lo farà in maniera graduale ma rapida. Per quanto riguarda le tratte all'interno dell'Europa, tutte le navi con stazza superiore alle 5mila tonnellate dovranno compensare con quote Ets il 40 per cento delle emissioni entro il 2025, il 70 entro il 2026 e il 100 per cento entro il 2027. La percentuale per i viaggi extra-Europa, cioè che solamente partono o arrivano in un porto europeo, sarà invece del 50 per cento. Nei prossimi anni è per altro probabile che la soglia delle 5mila tonnellate sarà rivista, per evitare che l'industria marittima la aggiri facendo navigare imbarcazioni di pochissimo più leggere.

È un passo importante perché è la prima volta il comparto navale viene obbligato ad acquistare sul mercato delle quote di carbonio. La riforma non riguarderà per altro solo il biossido di carbonio: dal 2026 arriverà infatti l'obbligo anche per il metano e gli ossidi di azoto, altri gas serra altamente inquinanti generati dal trasporto navale.