Animali esotici e come trattarli: cosa prevede la nuova legge in Italia

Il Parlamento italiano ha votato quasi a maggioranza un pacchetto di norme per vietare la commercializzazione, la detenzione e la riproduzione degli animali selvatici ed esotici. Andrea Casini della LAV ci aiuta a fare un quadro della situazione italiana sulla sofferenza di questi animali e sui rischi di trasmissione delle malattie.
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Francesco Castagna 15 Aprile 2022
In collaborazione con Andrea Casini Responsabile di Area - Animali Esotici LAV

Quando pensi agli animali esotici, ti vengono subito in mente i leoni, le tigri e gli elefanti, temutissimi ragni, ma anche serpenti e scoiattoli. Chi non li ha visti almeno una volta nella vita, nei film o nei cartoni animati? Ci sono alcuni tipi però che vivono effettivamente nelle famiglie, come i pesci che puoi osservare negli acquari, ad esempio. Questi animali mettono sempre molta curiosità, ma la loro vita nelle nostre case, e più in generale in Italia, non è una cosa da incoraggiare. Devi sapere che esistono alcuni studi che mostrano quanto questi animali soffrano all’interno di gabbie, teche o vaschette, e altrettanti studi sui rischi sanitari legati al trattamento degli animali, in relazione ai rischi di zoonosi, ovvero le infezioni trasmesse all’uomo dagli animali.

Tra l’altro, un’altra triste verità è il fatto che puoi acquistare animali come il canarino a soli 10-20 euro. Purtroppo è pratica diffusa che chi compra questi uccelli poi non li curi, perché un veterinario costerebbe più del canarino in sé. La conseguenza di tutto ciò è che le persone preferiscono lasciarli morire.

La legge

Il 23 aprile 2021 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge n.53 sugli animali esotici. La legge delega recepisce il Regolamento europeo 2016/429. L’entrata in vigore dovrebbe essere l’8 maggio, ma c’è un problema: mancano i decreti attuativi. Nonostante le sollecitazioni da parte delle associazioni del settore, come la LAV, che su questo tema ha svolto anche un’inchiesta per denunciare il trattamento e la commercializzazione di questi animali, ancora non esistono delle indicazioni ufficiali su come attuare la legge.

Andrea Casini, responsabile della campagna LAV “Lasciamoli liberi #acasaloro”, è intervenuto per noi sulla questione: “La legge che è passata in Parlamento ci soddisfa pienamente, grazie a un emendamento è stato inserito all’articolo 14 lettera q un divieto specifico di detenzione, commercio e riproduzione di animali selvatici autoctoni e alloctoni, ed esotici. Adesso manca l’ultimo passo, quello relativo ai decreti attuativi”. Hai presente quando ad un certo punto in Italia è arrivata, grazie all’attività umana, la zanzara tigre? Ecco, quella è una sottospecie alloctona, cioè non originaria di quel luogo. Per autoctoni invece si intendono tutti gli animali che, anche se sono selvatici, sono originari del luogo in cui vivono.

E per gli zoo?

La legge non va a toccare gli zoo con licenza, che hanno una legislazione già regolamentata. Oggetto della nuova legge saranno i privati, si intendono quindi i circhi. Tutti questi posti verranno colpiti, mentre quelli “classici” o con licenza non rientreranno nella legge. “Anzi in realtà verranno valorizzati rispetto a chi è nella fascia grigia legislativa e opera senza avere gli adeguati permessi” dice Casini.

Anche se con qualche critica, il Parlamento italiano ha votato a favore di questa legge, muovendosi in base alle direttive della normativa europea. Anche la Francia ha fatto lo stesso, ma il Governo francese ha previsto un pacchetto molto più sostanzioso di riforme.

L’esempio francese

Dobbiamo dirtelo, almeno per questa volta i secondi siamo noi. In Francia infatti è stato proposto alcuni mesi fa un pacchetto di norme volte a tutelare il benessere animale. La legge bandisce gli spettacoli con animali selvatici nei circhi e nei delfinari, la chiusura degli allevamenti di visoni americani ma soprattutto lo stop alla vendita di animali domestici nei negozi. “Per indole LAV una decisione come quella del governo francese sarebbe l’ideale”, ammette Andrea Casini, e continua: “Noi non abbiamo idea di come la legge italiana verrà concretizzata all’interno dei decreti attuativi. Di fatto temiamo che non ci sia un coraggio politico di procedere in questo verso, anche se è stata votata in Parlamento. La legge francese è un pacchetto molto più ampio rispetto al range delle decisioni da prendere sugli animali”. Alla luce della pandemia da covid, forse non sapevi che la Francia si è sentita in dovere di votare una legge del genere anche perché detiene il record di 100mila animali abbandonati all’anno.
“La Francia ha cercato quindi di limitare in tutti i modi sia la questione della sofferenza animale, sia la questione delle malattie animali trasmissibili”.

La legge francese è un pacchetto molto più ampio e coraggioso rispetto al range delle decisioni da prendere sugli animali

Tipi di animali 

“Sono migliaia gli animali esotici, tra le specie e sottospecie nel mercato italiano, e vanno molto in base agli anni. Essendo animali da collezione, assumono quasi una parvenza di oggetto, cioè vengono declassati non più a esseri viventi ma a oggetto”, spiega Casini.

Il loro acquisto è purtroppo una moda, nel 2020 la LAV ha registrato una grande richiesta del riccio africano, mentre nel 2021 dello scoiattolo volante. Ci sono poi: pitoni, boa, rettili, vari tipi di geco, camaleonti.

“Tra i volatili ci sono tantissimi pappagalli, come ad esempio il pappagallo cenerino che è di provenienza africana, fino a qualche anno fa era legale. Il suo commercio ha portato alla morte del 71% delle esportazioni, quindi ne morivano più di quelli che sopravvivevano, questo ha fatto sì che rientrasse negli animali a rischio estinzione spiega Casini, denunciando che: “Da allora, a causa del commercio di questo animale, è stato dichiarato non più commerciabile e inserito all’interno delle liste Cites, che è l’organo della convenzione di Washington.

Ma Casini spiega che i tempi di inserimento solitamente non sono brevi e questo fa si che sia troppo tardi accorgersi se una specie è a rischio o sta soffrendo, e se questi animali stiano scomparendo dai luoghi d’origine.

Problematiche della commercializzazione

Se fai attenzione al nome della legge, potrai osservare che si parla di “animali selvatici autoctoni e alloctoni”. La categoria comprende tutti gli animali che in Italia provengono dall’estero, quindi tutti quelli che dovrebbero vivere in natura in un habitat totalmente diverso rispetto a quello che è una gabbia, un terrario o una vaschetta. Devi sapere che c’è poi una questione di sicurezza pubblica, perché le più grandi epidemie che ci sono state negli anni passati sono tutte di origine animale. Ci sono oltre 1600 virus zoologici monitorati negli Stati Uniti, soprattutto dall’Agenzia della cooperazione e dello sviluppo americano (USAID), per quanto riguarda la possibilità dei patogeni di fare un salto di specie. “All’interno delle fiere vengono ricreate delle condizioni molto simili a quelle dei wet market cinesi (mercati di animali acquistati e macellati sul posto), che sono più crudi a livello scenografico”, denuncia la LAV. In questi ambienti, animali di diversa provenienza convivono in modo forzato in contesti totalmente incontrollati.

Commercio illegale

“Oltre che un divieto di detenzione e di commercio, la nostra richiesta è quella di creare un sistema di registro, per monitorare gli animali oggi presenti sul territorio italiano” afferma Casini.

Ti sembrerà assurdo, ma non si sa assolutamente il numero di animali esotici presenti in Italia. Mentre per i cani c’è l’obbligo del microchip e della registrazione, per tutti gli altri questa regola non esiste. “In Italia ad esempio non si sa quante tigri siano presenti sul territorio italiano, ci sono degli articoli usciti un anno fa dove si indaga sul numero di animali presenti in Italia”, afferma Andrea Casini, e continua: Riteniamo che il nostro dato sia tre volte superiore a quello del Governo, Cites e Ministero della Transizione Ecologica. Il commercio avviene in maniera informale e questo fa sì che si crei una totale ignoranza di questo fenomeno. Ci sono dei dati di 3 milioni di animali venduti a livello ufficiale, la nostra stima è del doppio se non del triplo”.

Casini ci spiega che gli scambi avvengono molto spesso su internet, sui vari siti di e-commerce online e alle fiere di animali esotici. Queste operazioni non sono tracciate e non possono esserlo al momento.

“Renderli legali all’interno del nostro Paese, farà sì che diventeranno più evidenti quelli che non potranno essere commercializzati”, rassicura Casini.

E per chi è in possesso di un animale esotico?

Per chi è in possesso di animali esotici non c’è da temere alcun rischio di allontanamento. Essendo cresciuti in condizioni domestiche non sono in grado di provvedere autonomamente al loro sostentamento. “Quello che noi proponiamo è di chiedere una regolamentazione, cioè tutti quelli che hanno un animale esotico dovranno semplicemente dichiarare di averlo”, spiega Casini, e continua: “Non potranno venderlo e quindi non potranno fare riproduzioni. Si arriverà ad un certo punto in cui non esisteranno più animali detenuti”.

Il benessere degli animali trova finalmente nuovo ascolto, con una legge che permette di tutelarli e di tutelarci.