
Non solo grandi oceani. Anche i mari che bagnano le nostre coste sono pieni zeppi di plastiche e microplastiche. E come in altri Paesi del mondo, anche in Italia è fondamentale agire tempestivamente per bloccare questo flusso inarrestabile di polietilene che scivola verso le acque soffocando l’ecosistema marittimo, avvelenando i pesci, inquinando le acque, raggiungendoci attraverso il cibo che mangiamo. Soprattutto perché praticamente il 100% di questa plastica arriva trasportata proprio dai fiumi, in cui siamo noi a farla finire. Per questa ragione, molte realtà hanno scelto di agire direttamente sui corsi d’acqua, per fermare e recuperare i rifiuti plastici il prima possibile. Lo hanno già fatto sul Po, ora vorrebbero agire anche sull’Arno con il progetto Arno d’aMare.
Il progetto consiste in una barriera in polietilene che verrà installata nel fiume per bloccare il flusso di plastica prima che sfoci nel mar Ligure, la parte più alta del Mediterraneo. La mozione per l’installazione è stata presentata a luglio 2018 da Sì Toscana a Sinistra, ed è stata recentemente approvata all’unanimità dall’aula del Consiglio Regionale.
La richiesta era quella di avviare anche in Toscana il progetto pilota Po d’aMare, realizzato sul fiume più lungo d’Italia da Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Corepla (consorzio per il riciclo della plastica) e Castalia (consorzio di aziende per la tutela del mare). Un progetto che prevede, appunto, l’installazione di barriere di plastica per raccogliere i rifiuti e simultaneamente dividerli e smistarli avviandoli a riciclo. La raccolta avviene grazie ad alcune piccole barche chiamate Seahunters che trascinano la plastica (ma anche rifiuti di altro genere) a riva, per poi mandarli agli impianti di selezione.
Ma l’iniziativa anti-plastica non si esaurisce qui. Infatti, oltre all’installazione della barriera, che si spera giunga in soccorso di molti altri fiumi e mari, la mozione presentata prevede anche di incentivare importanti campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte a tutti i cittadini, in particolare ai giovani, per aumentare la consapevolezza riguardo i danni causati dall’inquinamento di plastiche e soprattutto microplastiche, cercando di ridurre l’utilizzo di oggetti in plastica in particolare di quella monouso.