Arriva il risultato dell’autopsia fatta su Manuel Teran, l’ambientalista d’Atlanta ucciso dalla polizia

Arriva il risultato dell’autopsia fatta sul corpo dell’ambientalista Manuel Paez Teran, morto il 18 gennaio durante la protesta svolta dal gruppo di attivisti Stop Cop City contro le forze di polizia della città di Atlanta. Quel giorno, ma non solo, gli ambientalisti si erano schierati, sul posto, in difesa della “South river forest” che, nei piani delle istituzione dovrà essere disboscata, per lasciar spazio a un nuovo centro di addestramento per la polizia. Le novità.
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Mattia Giangaspero 16 Febbraio 2023

Ancora 60-90 giorni e sapremo l'effettiva verità! Almeno questo è quanto hanno comunicato le istituzioni in merito alla conclusioni delle indagini sulla morte di "Tortuguita", Manuel Paez Teran, l'attivista di Stop Cop city morto il 18 gennaio durante la manifestazione proprio del gruppo di ambientalisti che volevano difendere la "South river forest" di Atlanta.

Un primo risultato dell'autopsia richiesta dai familiari e fatta sul suo corpo è, però, arrivato ed è molto preoccupante in ogni caso, ovvero sia se venisse confermata la versione della Georgia Bureau of Investigation sia se venisse confermata la versione degli attivisti e della famiglia del ragazzo.

Manuel Estaben Paez Teran "È stato colpito da almeno tredici colpi di pistola".

Le telecamere dei poliziotti e la richiesta della "Stop Cop City"

Successivamente sono arrivati anche altri comunicati ufficiali emessi dalla polizia di Atlanta in merito alle telecamere presenti sulla divisa degli agenti che erano sul luogo, quel giorno. Queste telecamere però, a detta degli ufficiali della Georgia Bureau of Investigation, non fornirebbero delle prove rilevanti in merito alla dinamica del 18 gennaio. Ricordiamo le due versioni fornite. Quella degli agenti di polizia, secondo cui Manuel Teran, in possesso di una pistola, avrebbe sparato per primo a un poliziotto. Questa invece è la versione del gruppo ambientalista:

"Non ci sono filmati dell'omicidio con la telecamera del corpo, e quindi sarà più difficile stabilire cosa sia realmente accaduto il 18 gennaio. Ma quello che sappiamo è che Manny non è più con noi nel regno materiale e che la vita di un essere umano è stata violentemente presa”.

Gli attivisti inoltre continuano a presiedere l'area con nuove occupazioni e manifestazioni, anche se la polizia è tornata alla carica arrestando altre 19 persone, provando poi anche a sgomberare la foresta di Atlanta.

Il giorno della protesta e il caos scoppiato ad Atlanta

La protesta era rivolta contro lo Stato e le varie strutture di polizia della città, le quali avevano e hanno l’interesse di disboscare un’area forestale confinante di 85 acri per costruire una nuova struttura di addestramento delle forze dell’ordine.

La foresta di cui ti sto parlando è la “Weelaunee Forest” o anche “South river forest”. E la sua storia è al quanto tormentata, da ben prima dell’accaduto, ormai da troppo tempo. Da oltre cento anni.

Fino a circa metà del diciannovesimo secolo, quindi ti parlo dell’Ottocento, la foresta era considerata la casa di una tribù americana che però proprio in quel periodo fu allontanata dai militari che decisero di sfruttare l’area verde per piantagioni di cotone e negli anni a venire da altri raccolti.

Attualmente la macro zona presente intorno alla foresta di Weelaunee è popolata da afroamericani  che si sentono abbandonati dall’amministrazione cittadina fino a essere quasi emarginati dal resto del contesto sociale. Il movimento nato si pone l’obiettivo di difendere la zona e la foresta da nuovi attacchi istituzionali ai danni della natura.