Arriva la nuova stretta europea contro l’amianto: cosa prevede la modifica della legge 2009?

L’Europa modifica la legge sull’amianto del 2009 prevedendo nuovi controlli, utilizzo di tecnologie più accurate e modifiche legate alla filiera dello smaltimento dei rifiuti. Vediamo insieme tutti i dettagli.
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Mattia Giangaspero 6 Ottobre 2023

Attenzione, allerta aumentata e uso di tecnologie più specifiche per individuare la presenza di fibre di amianto. Il Parlamento Europeo ha approvato qualche giorno fa, queste tre modifiche alla legge del 2009, la 148/CE che fissava i limiti di esposizione professionale all'amianto sul lavoro.  Si tratta di una stretta importante che adesso aumenta questi limiti poiché ci ritroveremo in un'epoca di riqualificazioni, ristrutturazioni per tutti gli edifici europei vista anche l'imminente approvazione della norma sulle Case Green. Tale norma riguarderà molto di più immobili in classi energetiche G o F e quindi immobili molto datati come età.

"È un passo importante nel piano di azione europea contro il cancro e per far sì che il Green Deal non vada a discapito della salute dei lavoratori" ha dichiarato in plenaria l'eurodeputato Dragos Pislaru (Renew).

In Italia la sensibilizzazione su questo materiale, centrale un tempo nell'edilizia, è già avvenuta da tempo, vista anche la legge di divieto assoluto scattata nel 1992. L'Europa però sa come questo sia un materiale ancora presente in milioni di edifici presenti in tutto il Continente e sa anchebvche il 78% dei tumori professionali nei Paesi dell'Ue è dovuto proprio all'esposizione all'amianto e ogni anno muoio 70mila persone. 

Cosa prevede la nuova modifica Ue sull'amianto?

Si tratta di una direttiva che riguarderà tutto il mondo del lavoro, quindi non solo chi è strettamente a contatto con costruzioni, ristrutturazioni e demolizioni, ma interesserà anche la filiera dello smaltimento e gestione dei rifiuti, l'estrazione mineraria e gli addetti alla sicurezza per eventuali incendi.

Adesso andiamo a vedere nello specifico tutte le modifiche. Sotto richiesta dell'Oms tutti i Paesi facenti parte dell'UE utilizzano una ‘‘microspia a contrasto di fase" per individuare amianto, ma non si tratta di una tecnologia avanzata poiché non vengono individuate anche piccolissime fibre che invece potrebbero essere presenti e per questo motivo si dovrebbe passare alla microspia elettronica. Tutti dovranno utilizzare questa microspia entro 6 anni, tempo definitivo di "transizione".

Il limite di esposizione professionale (OEL) sarà ridotto in due step. Il primo passo prevede, senza periodo transitorio, di passare da 0,1 fibre per cm³ a 0,01 fibre per cm³, in rapporto a una media ponderata nel tempo di 8 ore. Protezione dei lavoratori

Oltre i limiti di esposizione ovviamente verranno utilizzate tute e dispositivi adeguati per aumentare la protezione dei lavoratori al massimo. È stata approvata, poi, una clausola che prevede l'obbligo di identificare i materiali che potrebbero potenzialmente contenere amianto prima di iniziare i lavori di demolizione o manutenzione nei locali costruiti precedentemente all'entrata in vigore del divieto nazionale sull'amianto. Eventualmente individuato l'amianto, oltre alla demolizione, si dovrà procedere subito alla rimozione dei materiali pericolosi per la salute utilizzando tecniche quali incapsulamento e sigillatura. 

Tutti i Paesi membri avranno due anni a disposizione dopo l'entrata in vigore della direttiva per elaborare un piano strategico che porterà allo smaltimento controllato e certificato di tutti i rifiuti contenenti amianto. L'obiettivo è quello di dividere la filiera dei cicli di rifiuto di tutti i materiali da costruzione rispetto a quelli con presenza di amianto. Nel piano, dovrà essere inserito il registro pubblico nazionale delle discariche contenenti rifiuti di amianto.

Amianto e Italia: la situazione

Con questa direttiva, l'Europa pretenderà da ogni Paese membro un resoconto annuale sugli obiettivi raggiunti, ancora in corso o da raggiungere. Si tratta di una sorta di registro nazionale di pubblico accesso in cui potranno partecipare attivamente anche parti sociali e sindacati, gruppi di vittime dell'amianto, organizzazioni ambientaliste, rappresentanti dei servizi sanitari nazionali.

Si stima che con l'applicazione di questa normativa si potrebbero prevenire 663 casi di cancro, con un beneficio sanitario valutato tra 166 milioni di euro e 323 milioni di euro.

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