Pfas in Veneto

Arrivano 20 alternative sostenibili ai Pfas proposte dal Ministero dell’Ambiente

È stato definito un elenco preliminare di sostanze che possono sostituire i PFAS a catena lunga ed è stata elaborata una graduatoria delle stesse sulla base delle loro proprietà di pericolo ambientale e sanitario.
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Mattia Giangaspero 25 Febbraio 2024

Dopo aver chiarito cosa sono i Pfas, dove si trovano, perchè fanno male alla salute, quali sono i danni ambientali e le differenze con altre due tipologie di acidi come i Pfoa e i Pfos, adesso proviamo a capire se esistono e quali sono le alternative sostenibili da introdurre nelle attività aziendali.

Il Ministero dell’Ambiente ha avviato nel 2018 un’attività di collaborazione con l’Istituto di Ricerca Sulle Acque (IRSA) del CNR, per l’individuazione di un approccio metodologico per valutare gli effetti combinati delle miscele di sostanze chimiche sugli ecosistemi.

Le sostanze PFAS a catena lunga sono quelle che destano maggiori preoccupazioni sotto il profilo ambientale e sanitario, a causa della loro persistenza nell’ambiente, spesso associata a un’elevata capacità di bioaccumulo e tossicità.

Lo studio effettuato dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” ha avuto come obiettivo principale l’individuazione di potenziali sostituti delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) con sostanze di minore impatto ambientale e sanitario.

E sulla base delle informazioni raccolte e delle simulazioni effettuate è stato definito un elenco preliminare di sostanze che possono sostituire i PFAS a catena lunga ed è stata elaborata una graduatoria delle stesse sulla base delle loro proprietà di pericolo ambientale e sanitario.

In particolare, sono state individuate 20 sostanze alternative ai PFAS: l’uso di metodi predittivi ha permesso, attraverso un’attività di screening, di individuare tra le sostanze alternative quelle che presentano un migliore profilo ambientale e tossicologico. Nel documento si può leggere che:

"Ad oggi 20 sostanze fluorurate, considerate come potenziali alternative sono state registrate in accordo al regolamento REACH (ECHA, 2018). Tuttavia non è stato possibile effettuare una valutazione completa per tutte le possibili alternative. Pertanto, le potenziali sostanze alternative sono state suddivise in due gruppi: I) catena corta e II) coadiuvanti tecnologici per la polimerizzazione di fluoropolimeri per un totale di 4 sostanze."

Fonte | Studio Ministero dell'Ambiente