Attacco alla centrale di Zaporizhzhia, la zona è in blackout: i possibili impatti su ambiente e salute degli abitanti

Russi e ucraini si accusano a vicenda sulle responsabilità legate all’attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Mentre intere aree della Regione dove si trova l’impianto sono a rischio blackout, si teme per la salute delle persone. Intanto, in Italia un centro accoglie i bambini della città divenuta tristemente nota a causa del conflitto russo-ucraino.
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Francesco Castagna 22 Marzo 2024

"Gli impianti elettrici di Kharkiv vengono colpiti da 15 missili balistici provenienti dalla Russia, gettando la città nel blackout totale. Interruzione della fornitura d'acqua, nessun trasporto urbano. Ora più che mai, il popolo ucraino ha urgentemente bisogno del vostro sostegno", è così che Maria Adveeva, esperta di sicurezza ucraina ha descritto la situazione alle 5.42 a.m. del 22 marzo, a seguito dell'attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Nella notte tra il 21 e il 22 marzo infatti l'impianto ha subito un attacco balistico. Russia e Ucraina si accusano a vicenda: per il Cremlino si tratta di un'operazione condotta da Kiev all'impianto attualmente controllato dai russi, mentre per le forze ucraine il danno è stato provocato da 15 missili nemici.

Se il 21 marzo il Cnr-Iret ci aveva parlato di possibili rischi all'impianto nucleare a seguito di un incidente bellico, che avrebbe potuto condurre il rilascio di sostanze radioattive, per ora il peggio non è ancora successo. Secondo quanto riportato dall'agenzia internazionale Reuters, "La società ucraina per l'energia nucleare ha dichiarato venerdì che la centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dai russi e che richiede un'alimentazione esterna costante per evitare un disastro, era sull'orlo di un blackout dopo che la Russia aveva colpito una vicina diga idroelettrica".

L'impianto è controllato dai russi dal 2022, quando è iniziato il conflitto a causa dell'invasione dell'Ucraina da parte dei russi. È chiusa e necessita di energia per mantenere freddo il materiale nucleare ed evitare una fusione catastrofica. L'impianto si trova nei pressi della più grande diga idroelettrica dell'Ucraina, che è stata colpita venerdì mattina e ha causato il blackout in tutta l'Ucraina centrale. Poche ore dopo, è sempre Reuters ha riportare che "una linea ad alta tensione che la rifornisce di elettricità è stata riparata dopo un'interruzione all'inizio della giornata".

I danni ambientali

Tra i principali danni riportati alle infrastrutture e all'ambiente c'è sicuramente la devastazione della rete di collegamento del trasporto pubblico, che costringerà i cittadini a dover utilizzare i mezzi privati, causando un aumento inevitabile delle emissioni.

Ma il danno principale è quello provocato alla diga idroelettrica, la quale è stata distrutta e ricostruita già una volta nel corso del conflitto. Il 7 giugno 2023 era avvenuto lo stesso scenario: la diga di Kakhovka è stata distrutta, costringendo le comunità a valle ad evacuare a causa del rischio di inondazioni. Anche lo scorso anno, Russia e Ucraina si sono accusate a vicenda.

Un articolo sulla rivista scientifica Nature ha dimostrato come 8km cubi di acqua, parte dei 19km cubi contenuti dalla diga che servivano le città di Kherson, Nikopol, Marhanets, Pokrov, si fossero riversati non solo sulle abitazioni e le strutture, ma anche sui campi agricoli. L'acqua, come da sempre accade nei conflitti, diventa d'un tratto strumento strategico. Così si è verificata, e probabilmente accadrà nuovamente, non solo una crisi igienico-sanitaria, ma anche una devastazione della flora e della fauna locale. La sicurezza alimentare è in pericolo, avendo l'acqua esondata invaso i campi degli agricoltori ed eroso gli strati di suolo superficiali. Ma non solo, anche la biodiversità è fortemente danneggiata da eventi del genere: la distruzione della diga avvenuta nel 2023 infatti ha sfortunatamente portato alla messa a rischio di almeno 43 specie ittiche e di numerosi uccelli marini, dal momento che gli attacchi hanno distrutto i loro luoghi di riproduzione e nidificazione.

Anche l'UNCG, l'Ukrainian Nature Conservation Group, ha spiegato che, in quell'occasione, la distruzione della diga ha portato all'ingresso di combustibile e lubrificante per le macchine della centrale idroelettrica di Kakhovka nel fiume Dnipro. Nell'articolo viene denunciata anche la morte di organismi bentonici, ma anche di pianta acquatiche, che verranno presto sostituite da specie invasive. Inoltre, sono a rischio aree di importanza internazionale, protette da convenzioni, e almeno 11 aree protette saranno colpite dal disseccamento.

Gli impatti sulla salute umana

Oltre a provocare una fortissima condizione di fragilità mentale, la popolazione civile colpita deve essere sottoposta a importanti screening per capire se l'esposizione al conflitto abbia avuto ricadute sulla propria salute fisica. Di questo se ne occupa da almeno 20 anni il Gruppo CIDIMU, l'istituto di riferimento per la città di Torino nel settore degli ultrasuoni, in collaborazione con l'associazione di volontariato Girotondo ODV. Insieme sono impegnati nell’iniziativa che vede protagonisti 17 bambini tra i 10 e gli 11 anni provenienti da Zaporizhzhya, i quali saranno sottoposti a visite di prevenzione ed esami specialistici a titolo gratuito. L'intento è quello di garantire serenità, benessere mentale e preservare la salute fisica.

"Vivere in un contesto di guerra significa anche, purtroppo non solo, dover mettere da parte la propria salute e il proprio benessere mentale, nonostante siano due aspetti fondamentali nelle nostre vite",  commenta Ugo Riba, Fondatore e Presidente di Gruppo CIDIMU. Mentre Anna Rapalino, Presidente dell’Associazione Comitato Girotondo ODV, ha spiegato che "Come Comitato Girotondo, dal 1996 al 2019 abbiamo accolto in Italia oltre 1.500 bambini bielorussi provenienti da zone contaminate dal disastro di Chernobyl e, dal 2023, stiamo accogliendo bambini ucraini provenienti da zone di guerra".

Uno degli esami maggiormente eseguiti dal centro ai bambini è l'ecografia tiroidea, un'analisi che serve ai medici per capire se si sta verificando "l'ingresso nell’organo di sostanze radioattive, in quanto rischierebbe di creare una patologia tumorale a danno dell’organo perché queste radiazioni possono causare alterazioni del Dna cellulare da cui si potrebbero originare dei tumori", come abbiamo già spiegato.

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