
L’attenzione verso il benessere animale non può non riguardare anche l’amico dell’uomo per eccellenza: il cane. Troppo spesso, infatti, ci si dimentica delle sofferenze e dei maltrattamenti subiti dagli animali da compagnia.
Da ora in avanti, però, nella Provincia autonoma di Trento ci sarà, per i cani, una tutela in più: nella Legge provinciale su "Protezione degli animali d'affezione e prevenzione del randagismo" sarà introdotto il divieto di detenere cani alla catena, come approvato dal Consiglio provinciale.
Con Trento, oggi in Italia sarebbero 10 le Regioni e Province autonome che impediscono ai proprietari di cani di tenere i loro animali legati alle catene. Un grande risultato soprattutto per Fondazione Cave Canem, Green Impact e Animal Law Italia, enti promotori della campagna #liberidallecatene.
La campagna è nata a marzo 2020 con l’obiettivo di arrivare a liberare i cani dalle catene in tutta Italia:
“Il cane è il migliore amico dell’uomo, ma questa amicizia è contraccambiata? Per molti, ma non per tutti. Abbiamo già ottenuto dei cambiamenti in alcune Regioni ma resta ancora della strada da fare – si legge sul sito della campagna – Il cane è un animale sociale naturalmente predisposto alla vita in famiglia, al contatto e all’interazione con le persone, e cerca in loro un punto di riferimento. Legare un cane alla catena vuol dire indurgli sofferenze e privarlo della sua libertà”.
Oltre alla Provincia autonoma di Trento, un divieto analogo – fanno sapere in un comunicato i promotori della campagna – sarebbe già attivo in Lazio, Campania, Umbria, Marche, Emilia Romagna, Abruzzo, Puglia, Lombardia e Veneto.
Non bisogna però abbassare la guardia: lo scorso anno il report “Verso il divieto di tenere i cani alla catena” ha ricordato che spesso, in mancanza di sanzioni adeguate, anche la legge non è sufficiente a impedire i maltrattamenti.