Benvenuti a Mutonia, il villaggio degli scarti in cui vecchi rottami diventano arte

Una compagnia di artisti e performer partita da Londra e giunta a Santarcangelo di Romagna, dove vive ancora oggi nel villaggio del riciclo chiamato Mutonia. Si tratta di un luogo aperto a tutti, di aggregazione e cultura in cui capeggiano le enormi sculture realizzate con materiali di scarto e recupero.
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Sara Del Dot 18 Agosto 2019

Un villaggio nato negli anni Novanta, fondato da un gruppo di artisti e performers che dagli anni ’80 si fanno chiamare Mutoid Waste Company. Mutonia, così si chiama questo luogo surreale, si trova in un’ex cava di ghiaia di proprietà demaniale a pochi chilometri da Santarcangelo di Romagna. Si tratta di uno spazio in cui alcuni artisti e performer hanno deciso di dare vita a una vera e propria comunità la cui filosofia di base è il riuso. In pratica, a Mutonia ogni cosa ha una seconda vita. E diventa arte.

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Ma facciamo un passo indietro. Come è possibile che in Italia, lungo le rive del fiume Marecchia e proprio accanto a una pista ciclabile ci sia una realtà fuori dal tempo e dallo spazio, in cui lo stile di vita a cui siamo abituati resta fuori dai cancelli, sbirciando dentro con invidia?

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Mutonia, infatti, non è sempre stata in Emilia-Romagna. Anzi, inizialmente non si trovava nemmeno in Italia. La Mutoid Waste Company è stata fondata a Londra da Joe Rush e Robin Cooke a metà degli anni Ottanta. Il gruppo di artisti e perfomer organizzava party e feste in luoghi abbandonati, per restituire loro valore e un senso. Nell’89 iniziarono una tournée in giro per l’Europa fino a fermarsi a Santarcangelo di Romagna per partecipare a un’edizione del Festival dei Teatri. E lì rimanervi fondando, definitivamente, Mutonia.

Mutonia è un villaggio che sembra appartenere a un altro mondo. È pieno zeppo di opere d’arte create con materiali di recupero. E non sto parlando semplicemente di plastica o di qualche bottiglia di vetro. Ciò che viene riutilizzato a Mutonia, in modo da diventare materia prima per vere e proprie gigantesche sculture ma anche case e strutture utili, sono scarti di ferro arrugginito, tubi, bulloni, pezzi di automobili in disuso, ruote… Insomma, per gli abitanti di questo luogo qualsiasi cosa può avere una seconda possibilità. E loro non vedono l’ora di dimostrarlo.

Il villaggio infatti è aperto a tutti, con determinati orari, e spesso vi si organizzano eventi, workshop, corsi d’arte, concerti e performance da cui apprendere l’arte del riutilizzo. Da oltre 20 anni la compagnia vive perfettamente integrata con la natura circostante e anche con le comunità limitrofe, che la frequentano, la supportano e l’hanno difesa quando, nel 2013, a seguito delle denunce di una sola persona contraria alla realtà, il Comune di Santarcangelo ha emesso un’ordinanza di demolizione e ripristino dell’area con conseguente sfratto degli abitanti dal momento che il villaggio si trova su un luogo di proprietà del demanio. Alla fine, l’anno successivo, le Soprintendenze di Bologna e Ravenna hanno definito Mutonia come “bene cittadino” e il provvedimento si sfratto è caduto.

L’attività artistica e performativa che viene esercitata entro i confini di Mutonia è molto apprezzata, così come la loro filosofia del riciclo. Spesso infatti i “mutoidi” portano in giro le loro opere per esporle durante eventi e festival, e nel 2012 una loro performance ha addirittura concluso le Paralimpiadi.