Bimbo di 5 anni salvato dopo l’ingestione di una pila a bottone, la dottoressa Bozzola: “Fenomeno in aumento: serve più attenzione”

Un bambino di 5 anni è stato salvato al Policlinico Sant’Orsola di Bologna dopo aver ingerito per sbaglio una pila a bottone. Sembra banale, ma si tratta di un fenomeno estremamente pericoloso, che può provocare danni seri compresa la morte, e soprattutto in forte aumento. La dottoressa Bozzola, consigliera Sip, ci ha spiegato come fare prevenzione.
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Kevin Ben Alì Zinati 18 Giugno 2024
* ultima modifica il 18/06/2024
In collaborazione con la Dott.ssa Elena Bozzola Presidente Onlus «Il Bambino e il suo pediatra» e Consigliere Nazionale Sip

All’apparenza sono minuscole e apparentemente innocue ma, in mano a bambini piccoli, le pile a bottone sono estremamente pericolose.

Una triste verità che ha trovato conferma ma anche esito positivo e felice nella storia del piccolo Haider, un bimbo di 5 anni salvato “due volte” a cavallo tra Ancona e Bologna dopo aver a accidentalmente ingerito una pila.

Tutto è accaduto nel mese di marzo 2024, quando il piccolo senza farsi vedere dai genitori ha finito per ingoiare una pila a disco, grossa meno di un bottone. I medici di Ancona, città dove Haider si trovava insieme alla famiglia, sono riusciti ad estrarla in fretta e a scongiurare il peggio. Nei giorni successivi, però, qualcosa non tornava.

Sì, perché Haider ha cominciato a stare male, ad accusare fortissimo dolori nella zona dell’addome e a vomitare sangue. “Piccoli incidenti come l’ingestione di una pila a bottoni possono portare a serie complicanze e addirittura alla morte – ha spiegato la dottoressa Elena Bozzola, Presidente Onlus «Il Bambino e il suo pediatra» e Consigliere Nazionale Sip – Si possono avere lesioni principalmente a carico dell’esofago, ma anche dello stomaco. I sintomi tra cui sanguinamenti intestinali, dolore toracico, rifiuto del cibo, vomito, scialorrea, tosse e sintomi respiratori: tutte manifestazioni che possono anche non comparire subito, ma a distanza anche di alcune ore”.

Proprio come successo ad Haider, che è stato immediatamente caricato sull’elisoccorso e poi trasferito al Policlinico di Bologna dove è stato trasferito in fretta in sala operatoria, anche perché durante il viaggio era stato intubato a causa di un repentino calo della pressione sanguigna.

I chirurghi sono intervenuti con prontezza prima interrompendo il sanguinamento dalla parte dell’esofago con una sonda e applicando poi una endoprotesi dalla parte dell’aorta. Una volta uscito dalla sala operatoria, Haider è stato trasferito in Terapia intensiva e dopo una degenza lunga un mese in Chirurgia pediatrica, è finalmente tornato a casa.

“Il problema dell'ingestione di corpi estranei è in continuo aumento tra i bambini – ha continuato la dottoressa Elena Bozzola – Riferendoci alle batterie, un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Pediatrics accende i riflettori, sottolineando come l’accesso al pronto soccorso per tale problema sia più che duplicato dal 1990-2009 al 2010-2019 (4.5/100.000 bambini contro 9.5 /100.000). Addirittura si parla di una visita al pronto soccorso per ingestione di batteria ogni ora negli Stati Uniti in età pediatrica, specie sotto i 5 anni di età”. 

I bambini sono individui estremamente curiosi, che cercano di esplorare il nuovo mondo che li circonda attraverso ogni senso, gusto compreso. È normale quindi che finiscano per mettere in bocca qualunque oggetto capiti loro tra le mani.

Per questo è fondamentale evitare di lasciare alla loro portata oggetti potenzialmente pericolosi come, appunto, le pile o i dispositivi che le contengono. “In particolare, le batterie a bottone sono piccoli oggetti e dalla forma circolare che attraggono i bambini e che si possono trovare in tanti oggetti a casa, dai dispositivi elettronici ai giocattoli, orologi digitali, apparecchi acustici e telecomandi. E a volte sono anche facili da rimuovere da tali dispositivi”. 

Fatta mente locale su dove si possono trovare, ecco che diventa un po’ più facile fare prevenzione. Per la pediatra della Sip è opportuno accertarsi che le pile “siano correttamente conservate in alloggiamenti protetti da chiusure ermetiche, non rotte o manomesse”.

Fonte | Policlinico Sant'Orsola di Bologna 

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