Biocarburanti prodotti con il grasso di maiali: l’altra faccia dei biodiesel che in pochi conoscono

Il nuovo report “The fat of the land” analizza l’impatto della produzione dei biocarburanti di origine animale in Europa. Un volo da Parigi a New York costa la vita a 8.800 maiali: il loro grasso, prodotto di scarto dell’industria alimentare della carne, viene sfruttato per produrre il sempre più diffuso biodiesel, alimentando così l’orrore degli allevamenti intensivi.
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Martina Alfieri 8 Giugno 2023

In molti casi l'etichetta “bio” ci induce a pensare di trovarci di fronte a un prodotto totalmente responsabile nei confronti del Pianeta e delle sue risorse. Ma non è sempre così che vanno le cose: il biodiesel, il carburante utilizzato come alternativa al diesel tradizionale – prodotto da fonti fossili -, può essere in realtà realizzato sfruttando grandi quantità di grasso animale. Il termine “biocarburante” garantisce infatti solamente che sia prodotto a partire da fonti rinnovabili, che siano esse vegetali – come gli oli di colza, di soia e di palma – oppure animali.

Il nuovo report The fat of the land, pubblicato dalla European Federation for Transport and Environment (T&E), cerca di far luce sul mondo dei biocarburanti, ancora poco conosciuti dai consumatori ma sempre più sfruttati nel settore dei trasporti.

In particolare, il biodiesel spesso impiegato nel trasporto aereo nasconderebbe diverse implicazioni etiche e ambientali: ad esempio, per alimentare a biodiesel un volo che collega Parigi a New York, occorrerebbe il grasso di addirittura 8.800 maiali.

Oltre a comportare la reclusione di migliaia di maiali all’interno di allevamenti intensivi, la produzione di biocarburante – meno inquinante del combustibile che ha origine da fonti fossili – favorirebbe un aumento delle emissioni climalteranti.

"Abbiamo bisogno di maggiore trasparenza, in modo che i consumatori sappiano cosa finisce nei loro serbatoi e in che modo vengono alimentati i loro voli", afferma Barbara Smailagic, esperta di biocarburanti di T&E.

Secondo T&E, il consumo di biodiesel è raddoppiato nell’ultimo decennio, ed è aumentato del 40% in confronto al 2006, grazie anche a politiche internazionali che hanno favorito la crescita del carburante prodotto con il grasso animale, ritenuto più sostenibile rispetto ai carburanti tradizionali.

Oggi quasi la metà dei grassi animali prodotti dalle industrie europee viene destinato alla produzione di biodiesel ma lo sfruttamento di questa materia prima sarebbe destinato a triplicare entro il 2030. Come emerge dal nuovo report, al momento l’Italia è in testa alla classifica europea per l’utilizzo di biocarburanti derivati da grassi animali.

Come fare dunque per viaggiare riducendo al massimo il proprio impatto ambientale? La risposta è sempre quella di optare, quando possibile, per la mobilità sostenibile: biciclette, mezzi pubblici e treni ci permettono di contenere la nostra impronta ecologica e di ridurre le emissioni di CO2.