Biodegradabili sì, ma con calma: secondo uno studio, sacchetti intatti dopo 3 anni in mare

Secondo uno studio scientifico, i sacchetti biodegradabili dispersi nell’ambiente restano intatti anche dopo tre anni. Quelli compostabili, invece, entro tre mesi in mare vengono distrutti completamente, ma sotto terra resistono. Per una soluzione reale, c’è bisogno di pensare ancora più sostenibile.
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Sara Del Dot 2 Maggio 2019

Ti sarai sicuramente accorto che da ormai più di un anno i sacchetti per l’acquisto di frutta e verdura forniti dai supermercati non sono più in plastica ma in un materiale sottilissimo, un po’ viscido e assolutamente compostabile. Infatti, da diverso tempo ormai i sacchetti in plastica monouso sono stati sempre più messi da parte, sostituiti da un loro corrispettivo magari un po’ fragile ma, cosa molto più importante, amico dell’ambiente. Infatti, sembra che ormai il futuro della plastica non possa nemmeno fermarsi al solo biodegradabile, ma debba saltare direttamente alla versione compostabile. E parte della motivazione può essere individuata in un nuovo studio, condotto dall’Università di Plymouth in Inghilterra, dove alcuni ricercatori hanno studiato il comportamento in natura di tre tipi di sacchetti: in plastica, biodegradabili e compostabili.

Lo studio

La ricerca, chiamata "Environmental Deterioration of Biodegradable, Oxo-biodegradable, Compostable, and Conventional Plastic Carrier Bags in the Sea, Soil, and Open-Air Over a 3-Year Period" e pubblicata sulla rivista scientifica americana Environmental Science and Technology il 28 aprile 2019, è stata condotta dai ricercatori dell’unità internazionale di ricerca per i rifiuti marini dell’università di Plymouth, in Inghilterra. Gli studiosi hanno analizzato il comportamento di tre diversi tipi di sacchetti, esponendoli uno alla volta all’acqua, alla terra e all’aria. Tutto questo nell’arco di 3 anni interi.

I risultati

I risultati non sono dei migliori. Infatti, pare che i sacchetti biodegradabili, ovvero quelli realizzati con materiale scomponibile in composti chimici semplici, possano rimanere intatti e in grado di contenere e portare la spesa anche dopo tre anni dal loro abbandono in natura.

Discorso a parte meritano invece i sacchetti compostabili, ovvero realizzati con un materiale che può essere gettato nel “compost”, ovvero nell’umido e quindi in grado di disintegrarsi completamente in breve tempo: queste buste, le stesse che dal 1 gennaio 2018 usi per acquistare frutta e verdura nei supermercati, ci mettono solo 3 mesi a distruggersi se abbandonati in mare. Stessa cosa non si può dire parlando di altri ambienti. Questi stessi sacchetti, infatti, se sepolti sotto terra restano intatti anche dopo 27 mesi.

Sembra quindi che le alternative sostenibili alla plastica debbano orientarsi più verso il compostabile, per evitare che tanta altra materia rimanga in natura per più tempo del previsto.

Fonte | "Environmental Deterioration of Biodegradable, Oxo-biodegradable, Compostable, and Conventional Plastic Carrier Bags in the Sea, Soil, and Open-Air Over a 3-Year Period", pubblicata su Environmental Science and Technology il 28 aprile 2019.