Bonus asilo nido e gli altri aiuti alle famiglie contenuti nella manovra di bilancio

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Come anticipato dalla premier Giorgia Meloni, diverse misure della nuova legge di bilancio sono state pensate per sostenere la natalità e la famiglia. Tra queste il bonus asilo nido, la decontribuzione a carico delle donne lavoratrici e la rimodulazione del congedo parentale.
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Maria Teresa Gasbarrone 17 Ottobre 2023

Aiutare economicamente le famiglie per abbattere il problema della denatalità. Sarebbe questa, almeno nelle dichiarazioni e nelle intenzioni, la strategia messa in atto dal governo nel capitolo della Manovra 2024 per gli aiuti alla famiglia.

Sebbene la legge di bilancio sia stata approvata dal Consiglio dei Ministri solo ieri, 16 ottobre, quello degli "aiuti alla famiglia" è già uno dei capitoli che ha scatenato più critiche e polemiche.

Nello specifico, la promessa dell'asilo nido gratuito per il secondo figlio, che la premier Giorgia Meloni aveva annunciato durante la conferenza di stampa a Palazzo Chigi, è stata in parte almeno ridimensionata in serata: l'asilo nido non sarà quindi gratis per il secondo figlio, anche se sarà rafforzato il bonus asili nido.

Dai congedi parentale all'azzeramento dei contributi a carico dei lavoratori per le madri con due o più figli. Vediamo nel dettaglio quali sono gli aiuti alla famiglia prevista dalla nuova legge di bilancio.

Tre misure in più "per la famiglia"

“Oltre a confermare i provvedimenti dello scorso anno,  anche se non confermiamo il taglio dell'Iva sui prodotti della prima infanzia perché  assorbito dall'aumento dei prezzi, aggiungiamo tre misure per 1 miliardo, ha dichiarato Meloni nella conferenza stampa alla fine del Consiglio dei ministri che ha approvato la manovra. Nello specifico, le novità previste dalla legge di bilancio riguardano questi tre ambiti:

  • Bonus asilo nido;
  • Decontribuzione per le mamme dal secondo figlio;
  • Rimodulazione del congedo parentale.

Asilo nido gratis o no?

"Aumentiamo in modo significativo il fondo per gli asili nido, il nostro  obiettivo è dire che al secondo figlio l'asilo nido è gratis, ma il provvedimento più  significativo è far sì che le madri con  due figli e più non paghino i contributi a  carico del lavoratore.  Vogliamo smentire il racconto che l'incentivo alla natalità è  un disincentivo al lavoro delle donne".

La promessa di "arrivare all'asilo gratuito per il secondo figlio" ha per qualche ora fatto pensare che si trattasse di una delle misure previste nella legge. Anche perché a rafforzare quest'impressione avevano contribuito anche le parole della ministra della per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella, che anticipando la manovra aveva indicato tra le voci previste a favore della famiglia anche l’asilo nido gratis dal secondo figlio".

Invece, poi, in terra serata è arrivata la correzione da parte di “fonti della maggioranza, che, pur ribadendo il potenziamento del bonus asili nido, con un aumento di oltre 150 milioni di euro, hanno difatti chiarito come l'asilo non sarà gratis per il secondo figlio. Non essendo arrivata nessuna ulteriore dichiarazione o rettifica da parte del governo, la precisazione sembra quindi corrispondere al vero.

Decontribuzione per mamme dal secondo figlio in poi

Rivendicata da Meloni come il provvedimento più forte a favore delle maternità è la decisione di garantire la decontribuzione totale alle donne che hanno avuto due o più figli. Non sarà più il datore di lavoro, e quindi le donne lavoratrici, ma sarà direttamente lo Stato a pagare i loro contributi previdenziali.

"Una donna che mette al mondo almeno due figli – ha detto la premier – ha già offerto un importante contributo alla società, e lo Stato cerca di compensare pagando i contributi previdenziali”.

In particolare si prevede l'annullamento dell'obbligo di contribuzione a carico delle  donne lavoratrici con almeno due figli, fino ai 10 anni del secondo figlio e fino ai 18 anni del terzo (se presente) terzo figlio.

Congedi parentali e assunzioni madri e Under30

La terza voce dei nuovi aiuti alla famiglia riguarda il potenziamento dei congedi parentali: ai mesi di congedo parentale già previsti si aggiungerà un nuovo mese – utilizzabile sia dalla madre che dal padre – retribuito fino al 60% e fruibile nei primi sei anni di vita del figlio.