
Un recente studio, realizzato dall’università Iulm e dalla fondazione Villa Santa Maria, per il volume «La città che cambia: vita quotidiana e attrattività turistica» evidenzia che un terzo dei giovani milanesi si trova in uno stato di malessere psicologico. Dopo la pandemia e il relativo rifugio nella zona di comfort dei social, è cresciuto esponenzialmente il malessere dei più giovani che sempre più spesso soffrono di ansia, depressione e difficoltà socio-relazionali.
All'interno di questo studio sono state analizzate alcune variabili come ad esempio: gender gap, titolo di studio e luogo di residenza.
Le femmine sembrano essere maggiormente colpite rispetto ai maschi. Inoltre il possesso di un titolo di laurea sembra essere maggiormente protettivo rispetto allo sviluppo di un malessere psicologico. Infine ha un impatto anche dove si sceglie di vivere. Le città rispetto alle campagne offrono più servizi e possibilità ma rendono più difficili e frammentarie le relazioni sociali. Di conseguenza vivere in città incide negativamente sul benessere mentale.
I risultati emersi da questo studio sono il linea a quelli ottenuti da Tapper e collaboratori (2024) i quali affermano che un giovane su tre tra i 18 e i 24 anni riferisce di soffrire di sintomi indicativi della presenza di un problema di salute mentale, come ansia, depressione e disturbi comportamentali. Dati raddoppiati negli ultimi anni.
Anche secondo l'ultimo rapporto UNICEF “La Condizione dell’infanzia nel mondo – Nella mia mente: promuovere, tutelare e sostenere la salute mentale dei bambini e dei giovani” a livello globale 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato. Di questi il 40% fanno riferimento a disturbi depressivi o di ansia.
Le cause di questo incremento potrebbero essere molteplici: dal cambiamento nello stile genitoriale ed educativo, alle numerose difficoltà che i ragazzi incontrano a scuola, alle spaventose vicissitudini degli ultimi anni che hanno generato confusione e sconforto nei più giovani incapaci di immaginarsi un futuro. Basti pensare al Covid ed al relativo lockdown, alle guerre a Gaza e in Ucraina, alla crisi climatica, ai rincari e a un mondo del lavoro sempre più imprevedibile.
Tutti questi continui cambiamenti e queste situazioni instabili, che non lasciano certo ben sperare per il futuro, potrebbero aver inciso sui giovani provocando un incremento di sintomatologia ansiosa e depressiva. Quello che potrebbe aver inciso maggiormente è la presenza di più situazioni problematiche da gestire contemporaneamente. Le nuove generazioni hanno infatti la percezione di essere incapaci e impotenti di fronte a queste problematiche.
Sono sempre di più gli adolescenti alle prese con un malessere provocato dal “dover dimostrare qualcosa” agli altri. Da questa condizione scaturiscono attacchi di panico, alterazioni delle abitudini alimentari e del ritmo sonno-veglia e difficoltà di concentrazione nello studio.
Inoltre come sottolineato nello studio dall’università Iulm e dalla fondazione «Villa Santa Maria» il Covid e il conseguente lockdown ha provocato un incremento di situazioni di ritiro sociale. I più giovani si sono trovati costretti in casa, allontanati dagli amici e dalle relazioni sociali e questo ha provocato un rifugio sui social. Condizione che è continuata anche con la fine della pandemia.
I social media, pur avendo numerosi aspetti positivi, sembrerebbero incidere negativamente sulle abilità sociali degli adolescenti. Sui social la comunicazione è più superficiale e incompleta poiché viene meno il livello emotivo e questo a lungo andare può provocare difficoltà nelle relazioni offline. Inoltre, il numeroso tempo online toglie tempo ad altre attività che sarebbero importanti per i più giovani.
I più giovani dovrebbero prestare attenzioni ad alcuni campanelli di allarme che potrebbero essere sintomo di un malessere psicologico. Come ad esempio: ritiro sociale o cambiamento significativo della cerchia di amicizie, calo improvviso e significativo del rendimento scolastico, perdita di interesse per le attività che lo appassionavano, difficoltà di concentrazione e di memoria, cambiamenti nell’aspetto e nel comportamento come ad esempio una riduzione della cura personale (igiene o abbigliamento trascurati), sbalzi d'umore rapidi ed esagerati e comportamenti insoliti o illogici.
Il primo passo importante per ricominciare a sentirsi bene è quello di essere consapevoli delle nostre emozioni ed accoglierle. Riconoscere di avere una difficoltà è infatti fondamentale per poter ritrovare il nostro benessere.
Quando ti senti sopraffatto da brutti pensieri ed emozioni cerca di ancorarti al momento presente mediante i cinque sensi, sperimentando ciò che vedi, senti o puoi toccare intorno a noi.
Cerca di trascorrere più tempo possibile all'aria aperta, dedicati ad attività belle e piacevoli. Cerca nella tua città mostre, spettacoli, concerti e tutto ciò che di bello può offrirti il posto dove vivi. Anche se ti sembra di non aver voglia di stare con altre persone, le relazioni sociali sono un grande aiuto nei momenti difficili.
Condividi con amici e parenti i tuoi pensieri e chiedi aiuto. Prendi, inoltre, in considerazione il supporto di uno psicologo per superare questo momento difficile.
Infine trova uno sport che ti piace a cui dedicarti, l'attività fisica permette il rilascio di dopamina e serotonina che giocano un ruolo importante nella regolazione dell'umore.