Che senso ha continuare a promettere di rispettare gli Accordi di Parigi se alle parole non seguono i fatti?

Promesse su promesse, impegni su impegni, ogni Cop ci regala una serie di accordi che puntualmente vengono disillusi dalle azioni dei leader internazionali. In attesa di qualche passo in avanti concreto, siamo di fronte alle classiche operazioni di greenwashing.
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Francesco Castagna 16 Novembre 2022

Lo diciamo apertamente, perché è la prima domanda che ci è venuta in mente seguendo gli ultimi sviluppi sulla Cop27: qual è il motivo di difendere in maniera così ostinata l'obiettivo di mantenimento dell'aumento della temperatura entro 1.5°C, se i modelli economici dei governi internazionali si muovono in direzione opposta? I politici stanno facendo promesse a seguito di cosa? Al momento, sulla base degli ultimi studi a livello mondiale, tutto quello che affermano non è credibile.

Lo fanno, pur essendo a conoscenza dell'ultimo rapporto IPCC sulle emissioni di gas serra 2022. Un documento in cui il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico ha detto in modo chiaro che non ci sono più scuse: a questi ritmi la situazione è insostenibile, poiché le politiche dei governi internazionali prevedono un aumento della temperatura globale di 2,8°C entro il la fine di questo secolo.

Lo fanno, ignorando il fatto che l'IPCC è stato chiaro anche su un altro punto, che è fondamentale: anche se i governi dovessero riuscire a raggiungere gli obiettivi e le promesse previste negli Accordi di Parigi e di Glasgow,  il riscaldamento globale diminuirà in misura minima, passando dai 2,8°C ai 2,6°C o, al massimo, 2,4°C.

Lo fanno, ignorando i dati riportati nel Climate Change Performance Index (CCPI) 2023, che analizza le prestazioni climatiche di 59 Paesi e dell'UE. Anche qui il documento non è per niente ottimista sullo scenario futuro, tanto da escludere dal podio della classifica tutti i Paesi presi in considerazione. In sostanza, analizzando le politiche di contrasto al cambiamento climatico, nessuno di questi presenterebbe un trend di contenimento della temperatura entro 1.5°C.

Lo fanno, non considerando importanti gli effetti che questo aumento provocherebbe sulla specie umana e sugli ecosistemi del Pianeta. Parlano di lotta al riscaldamento globale, ma nei modelli economici dei Paesi di tutto il mondo spuntano ancora parole come "centrali a carbone", "estrazione di gas". Tutto per salvaguardare il "business as usual".

Qualsiasi cosa per salvaguardare l'economia a breve termine. Tuttavia -visto che gli scenari sono ormai noti- non si capisce perché dovremmo definirci la specie più intelligente del Pianeta, se preferiamo proteggere le nostre attuali economie piuttosto che noi stessi.

Il mio interesse per il giornalismo nasce dalla voglia di approfondire tutto ciò che oggi giorno accade sempre più velocemente. Unisco altro…