Chi è Jim Skea, il nuovo presidente IPCC e cosa ne pensa dell’obiettivo 1.5° di temperatura

Chi è il nuovo presidente IPCC, Jim Skea, che vuole cambiare l’approccio delle politiche per contrastare il riscaldamento globale.
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Francesco Castagna 1 Agosto 2023

È Jim Skea il nuovo presidente dell'IPCC, il gruppo intergovernativo sul climate change. È a capo dell'organismo dal 26 luglio, quando è stato eletto presso la sede del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente a Nairobi, in Kenya, durante la 59a sessione del gruppo.

Da sempre fermamente convinto delle lotte per contrastare il riscaldamento globale, Skea è stato definito in passato anche come "uno dei più noti allarmisti del cambiamento climatico". Eppure alcune sue dichiarazioni lascerebbero intendere proprio il contrario: in un'intervista concessa al giornale tedesco Der Spiegel il 29 luglio, Skea ha fatto capire di voler portare un nuovo approccio alle politiche ambientali internazionali all'interno dell'organismo.

"Con 1,5 gradi di riscaldamento, il mondo non finirà": questo è il titolo dell'articolo in cui è contenuta l'intervista. C'è da dire che un'informazione del genere l'IPCC già l'aveva diffusa nei diversi report pubblicati in passato, quindi è da intendere in un altro modo. Ciò che potrebbe cambiare è un diverso approccio, meno improntato all'estremizzazione degli eventi, più piani e consigli utili per affrontare la crisi climatica.

Parole chiave: pragmatismo, responsabilità personale e una comunicazione qualitativamente migliore. Skea infatti non crede che un approccio allarmista possa portare a un cambiamento significativo nei comportamenti delle persone. "Se si continua a trasmettere il messaggio che siamo tutti condannati, si paralizzano le persone e si impedisce loro di intraprendere le azioni necessarie per affrontare il cambiamento climatico", spiega al giornale tedesco.

Skea è un fisico di 69 anni, professore di energia sostenibile, che crede nel progresso tecnologico e nella responsabilità personale dei cittadini di tutto il mondo. La sua fiducia nell'umanità è tale che rivolge un messaggio a ognuno di noi: "Impegnatevi", dice Skea, perché l'approccio per contrastare gli effetti del cambiamento climatico devono partire dal basso.

Un pensiero che suona come un monito alla comunità scientifica, un modo per dire agli esperti che astrarre troppo un tema del genere, che invece coinvolge tuti, non fa altro che allontanare le persone dal raggiungimento dello scopo comune.

"Non sedetevi sul divano a guardare i dibattiti sul cambiamento climatico. Ogni individuo può fare qualcosa", afferma convinto il nuovo presidente IPCC. Non si tratta però di deresponsabilizzare i governi, ognuno deve dare il suo contributo. E questa, per Skea, è una buona notizia, perché l'autodeterminazione è sinonimo di libertà: "Il futuro dell'umanità è nelle nostre mani. Usiamolo".

Un invito a non lasciarsi travolgere dall'eco-ansia, ma anzi a reagire mettendo in campo singole azioni sostenibili.

Crediti foto: By Orso3553_Wikipedia