Ci sono animali che potremmo non vedere più: questo progetto fotografico te lo spiega molto bene

Il 4 ottobre è la Giornata mondiale degli animali e noi abbiamo deciso di celebrarla attraverso un lavoro artistico di rappresentazione degli animali in estinzione come se fossero fotografie un po’ sgranate. Perché, proprio come le immagini a bassa definizione, anche le specie a rischio stanno diventando sempre più sfocate, e potrebbero presto sparire per sempre dalla nostra vista.
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Sara Del Dot 4 Ottobre 2019

Quando su un computer o su un telefono ti imbatti in un’immagine in cui i pixel sono ben evidenti, capisci subito che c’è qualcosa che non va come dovrebbe. La fotografia in questione è di scarsa qualità, il soggetto non deve essere reso identificabile, o ancora le condizioni in cui è stata acquisita l’immagine non consentivano una buona definizione.

Proprio come i pixel in una fotografia allontanano il soggetto dell’immagine da chi la guarda, rendendola sfocata e indecifrabile, anche nella realtà ci sono soggetti che si stanno allontanando da noi, scomparendo progressivamente dalla nostra vista.

È proprio ciò che sta accadendo con le migliaia di specie a rischio estinzione in tutto il mondo, i cui numeri si stanno riducendo rapidamente proprio sotto i nostri occhi. E quale modo migliore di descrivere questa drammatica situazione di rappresentarne questa scomparsa proprio a livello visivo?

Il progetto Population by Pixel vuole fare proprio questo. Rappresentare gli animali in estinzione come se fossero delle immagini fotografiche, mostrando ciascuna specie con il numero dei pixel corrispondente alla quantità di esemplari rimasti. Quindi, meno esemplari presenti sul Pianeta, meno quadratini compongono la foto, e di conseguenza meno si vede il soggetto.

Questo ambizioso lavoro affonda le sue radici nel lontano 2008, anno in cui due artisti idearono una campagna di sensibilizzazione per il WWF giapponese, rappresentando in questo modo gli animali a rischio estinzione di tutto il mondo. Dieci anni dopo, il fotografo JJSmooth44 (nome che usa sui social) ha deciso di riprendere e ampliare la campagna per dimostrare che le cose non sono cambiate, aggiungendo anzi altri animali alla lista.

 

Così, il panda gigante è composto di 1864 pixel, risultando ancora riconoscibile; la tigre siberiana ne conta soltanto 500, un ammasso di grossi quadratini colorati che rendono l’immagine decisamente lontana dalla realtà; il leopardo dell’Amur è praticamente scomparso, trasformandosi in un’indistinta macchia grigia (circa 60 esemplari). E come loro tantissimi altri il cui elenco non fa che allungarsi sempre di più.