Cina inaugurato l’allevamento intensivo più grande al mondo, ventisei piani di morte per 1,2 milioni di maiali

Due grattacieli di 26 piani che alleva contemporaneamente 600 mila maiali e che è visto dalle istituzioni cinesi come struttura strategica per il Paese. Questo perchè in Cina si consuma la metà della carne di maiale prodotta in tutto il mondo.
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Mattia Giangaspero 14 Febbraio 2023

Due Ecomostri a tutti gli effetti. Due grattacieli da 26 piani, ciascuno delle dimensioni di 400mila metri quadrati, costruiti in pieno centro, tra gli edifici che ospitano gli abitanti di Ezhou, le loro attività, le loro case. Una città situata a 80 km a sud-est di Wuhan che dovrà “ospitare” il più grande centro al mondo di allevamento intensivo. E al triste riconoscimento della città del Covid, si aggiunge anche un altro spiacevole riconoscimento per questa "città, morte per gli animali".

L’obiettivo di queste due strutture? Riuscire ad allevare e uccidere ogni anno oltre 1,2 milioni di maiali all'interno. La società proprietaria è la Hubei Zhongxin Kaiwei Modern Animal Husbandry, (azienda di cemento) e intende soddisfare con questa "pig farm" una gran fetta del mercato di carne di maiale che è in continua crescita in Cina. Pensa, a livello pro capite, si tratta del Paese che consuma più carne di maiale al mondo. La fattoria verticale si trova, poi, accanto proprio a una delle fabbriche di cemento dell’azienda in questione.

Le strutture mangia vita

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Fonte: Credit Gilles Sabrié for The New York Times

All'interno dei due edifici, simili a un centro di controllo della Nasa, spiega il New York Times, ogni piano funziona come una fattoria autonoma per le diverse fasi della vita di un maiale. Si va dalla nascita, all’allattamento passando per l’accrescimento. Dall’approvvigionamento di mangime a quello dell’acqua potabile per ciascun animale fino a poter verificare in tempo reale, attraverso una rete di sensori, la temperatura, l'umidità e la concentrazione di gas tossici all’interno dei capannoni. Specificamente i primi 2 piani di ciascun edificio saranno adibiti alla fornitura di mangime mentre l’allevamento vero e proprio partirà dal terzo in su.

Questo mangime, quasi mezzo milione di tonnellate di cibo al giorno, verrà trasportato su e giù tra i 26 piani su una sorta di nastro, per poi essere suddiviso ai maiali in base alla loro età, peso e salute. A partire dal terzo piano, quindi, ogni livello verrà occupato da 20 mila suini, che lì cresceranno (una vita destinata alla morte però…) per andare al macello. Ogni piano sarà dotato di sei ascensori che potranno caricare fino a 10 tonnellate.  Il vice presidente della società invece ha parlato dell’allevamento come il più grande del mondo, dove "la brezza è fresca in estate e l’aria è calda in inverno". In ogni piano ci sarà una temperatura perfetta, la giusta umidità, alimentazione corretta per ogni singolo suino, con più di 300 punti di controllo. Ma non ci sarà nessuna avanguardia per i maiali, solo una fabbrica di morte su 26 piani

“L'attuale allevamento di maiali in Cina è ancora indietro di decenni rispetto alle nazioni più avanzate. Questo ci offre margini di miglioramento per recuperare". –  il presidente dell’azienda, Zhuge Wenda al NY Times

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La tradizione dei maiali per la Cina

La Cina ha, poi anche, una lunga storia d'amore con i maiali. Per decenni, molte famiglie rurali cinesi hanno allevato maiali da cortile, considerati bestiame prezioso in quanto fonte non solo di carne ma anche di letame. I maiali hanno anche un significato culturale come simbolo di prosperità perché, storicamente, il maiale veniva servito solo in occasioni speciali.

Il Consiglio di Stato, il gabinetto cinese, ha emesso un decreto nel 2019 affermando che tutti i dipartimenti governativi dovevano sostenere l'industria della carne suina, compresi gli aiuti finanziari per allevamenti di suini su larga scala. Nello stesso anno, Pechino ha anche affermato che avrebbe approvato l'allevamento a più piani, diventando verticale così da allevare più maiali su appezzamenti relativamente più piccoli. Peccato però che se la Cina vuole procedere agli allevamenti intensivi verticali è perchè non ha spazi agricoli, visto che solo 10% delle terre è arabile.

"Questa è una pietra miliare e non solo per la Cina, perché penso che gli allevamenti a più piani avranno un impatto sul mondo", ha affermato, sempre al New York Times, Yu Ping, direttore esecutivo dello Yu's Design Institute, un'azienda che progetta allevamenti di suini.

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Un danno silenziosamente accettato

Se c'è qualcuno che può essere soddisfatto per il lavoro fatto dalle istituzioni cinesi, nell'aver costruito due edifici verticali per l'allevamento intensivo, che a loro volta sono anche tecnologici (visto il poter "ricreare l'habitat naturale") e con poche emissioni di gas serra (visto l'utilizzo di letame come biogas); di certo noi non possiamo immaginare che questo sia il futuro. Fino a dove l'uomo può pensare all'animale come un oggetto? Togliere un animale da una vita in linea con le proprie abitudini, in contatto con la natura non può essere lo sviluppo di una società più sostenibile. Quanto, allora, dovremo aspettare prima di risponderci che questo non è il progresso e che siamo andati troppo in là con lo sfruttamento?