Cioccolato fair trade: contro lo sfruttamento e l’estinzione della pianta di cacao

Il cioccolato è l’alimento antidepressivo per eccellenza, quel peccato di gola che ti concedi dopo una giornata storta. Ma dietro a un morso della tua tavoletta preferita si nascondono fatica, sfruttamento e lavoro minorile. Non solo, come reagiresti se ti dicessi che entro il 2050 potrebbero non esserci più piante di cacao?
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Giulia Dallagiovanna 19 Ottobre 2018

Quando mangi un pezzetto di cioccolato ne senti il gusto, la qualità e l'immediata sensazione di benessere che ti dà. Quello che non percepisci invece è la quantità di fatica e di lavoro che si nascondono dietro ogni tavoletta. Non occupazione, ma sfruttamento. Contadini pagati troppo poco per potersi permettere di imporre il rispetto dei diritti umani sui loro terreni, bambini che imbracciano macheti, abuso di fertilizzanti e diserbanti chimici. E' già meno buono il gusto di quel pezzetto, vero? Pensa che buona parte di chi lavora nelle piantagioni di cacao, non ha assolutamente idea di quale sapore abbia un cioccolatino.

Ma se i Paesi dove viene prodotta la materia prima sono sufficientemente distanti da potersene dimenticare, c'è un altro dato che nemmeno tu che sei italiano puoi ignorare: di cacao ne cresce sempre meno. Per non rischiare di non far conoscere ai tuoi nipoti il gusto di un gianduiotto e di un ovetto, ti conviene iniziare a scegliere cioccolato equo e solidale. Come riconoscerlo? In questo articolo puoi trovare tutte le informazioni.

Una tavoletta di cioccolato poco etica

Il sito dell'Unicef parla di oltre un milione di bambini impiegati nelle piantagioni della Costa d'Avorio, il maggior produttore di cacao del mondo. Su quello della campagna europea del 2015 Make chocolate fair si legge che circa un quarto dei bambini fra i 5 e i 17 anni che vivono in Africa occidentale lavorano nei campi e, fra questi, 50omila vengono sfruttati. Significa, nella pratica, che minori in età scolastica sono abituati a portare pesanti carichi sulla schiena, utilizzare macheti e altri utensili pericolosi, essere esposti all'uso massiccio di pesticidi e non poter frequentare le lezioni. Non che ai maggiorenni vada molto meglio: sottopagati e senza poter conoscere il risultato delle loro fatiche, perché il cioccolato è per i ricchi.

Una altro problema? La deforestazione. Ne hanno parlato in modo completo un'inchiesta del Guardian del 2017 e una dell'organizzazione non governativa Mighty Earth dello stesso anno. In poche parole, una buona parte della produzione di cacao non avviene su terreni destinati all'agricoltura, ma abbattendo gli alberi e riducendo le foreste. Nel 2014 la Costa d'Avorio ne ha perso 328mila ettari. Ci sono foto che documentano piantagioni instaurate in aree che dovrebbero essere protette, grazie a guardie forestali corrotte e grandi aziende che chiudono gli occhi. Più la foresta si rimpicciolisce, meno piove. E meno piove, meno cacao producono le piante. Entro il 2050 potrebbe anche scomparire del tutto.

Il cioccolato equo e solidale

Il contrario di tutto quello che hai appena letto è il cioccolato equo e solidale, ovvero prodotto con cacao che proviene da piantagioni dove i lavoratori non vengono sfruttati, ma vengono retribuiti in modo adeguato e in maniera continuativa. Il modo in cui viene coltivato è quanto più possibile sostenibile a livello ambientale e spesso è completamente biologica. E sai qual è la cosa più importante? Che è buono! Anzi, probabilmente la qualità è migliore poiché la cura e l'attenzione che un lavoratore soddisfatto impiega è sicuramente maggiore rispetto a quella di una persona che è costretta a rimanere in un campo fino a quando ha esaurito le forze. Nel corso degli anni, l'offerta si è ampliata e diversificata e ora è praticamente identica a quella delle più famose aziende. Tavolette, praline, cremini, ma anche con l'aggiunta di nocciole, frutta secca o cocco. Nulla da invidiare alle varietà che trovi sullo scaffale del supermercato.

Dove si compra

Sicuramente lo troverai con facilità nei negozi di prodotti equo solidali, come quelli del circuito Altromercato, che riunisce 260 botteghe specializzate nel fair trade. Nei punti vendita Quetzal trovi il cioccolato vegano di Modica, che aggiunge ingredienti siciliani come frutta secca e agrumi. E poi l'azienda Icam, di Como, che dagli anni '80 garantisce di utilizzare cacao proveniente da piantagioni dove i lavoratori non vengono sfruttati e coltivate nel rispetto dell'ambiente. Inoltre ogni anno a Città di Castello, in provincia di Perugia, si tiene l'evento Altrocioccolato, dove i coltivatori del sud del mondo possono presentare i loro prodotti.

Ma il cioccolato equo e solidale lo puoi trovare anche al supermercato, l'importante è che riporti almeno una di queste certificazioni:

  • Fairtrade, un marchio internazionale che certifica che agli agricoltori venga garantito un prezzo minimo che non scenda mai sotto quello di mercato e che l'ambiente non venga sfruttato
  • Rainforest Alliance, che prevede il rispetto di standard ambientali molto rigorosi
  • Utz Certified, che garantisce la sostenibilità del prodotto per ambiente e lavoratori
  • EquoGarantito, il marchio di Agices, l'Assemblea generale italiana del commercio equo e solidale