Arriva online ClimateFish: un database di 15 specie di pesci “sentinella” che raccontano l’avanzare del Climate Change

Il database open access raccoglie informazioni sulle specie autoctone ed esotiche che permettono di valutare l’impatto dei cambiamenti climatici e del riscaldamento delle acque nel mar Mediterraneo. In 20 anni il numero di specie esotiche è raddoppiato, mentre le specie autoctone si spostano a nord.
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Martina Alfieri 2 Febbraio 2023

Le acque del Mediterraneo sono sempre più calde, e lo confermano anche i pesci che vi abitano. Il nuovo database ClimateFish ha raccolto informazioni su diverse specie "sentinella", che permettono di valutare l’impatto dei cambiamenti climatici sul Mare Nostrum. Ciò che emerge è che il surriscaldamento delle acque sta favorendo i fenomeni della meridionalizzazione e della tropicalizzazione: le specie autoctone si stanno spostando verso nord, mentre le specie di origini tropicali sono sempre più diffuse.

Il database open access dei "pesci del clima" – pubblicato su Frontiers – è stato realizzato dai ricercatori dell’Istituto per le Risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine del Cnr, in collaborazione con il Centro Ricerche Enea di Santa Teresa (La Spezia) e diversi istituti internazionali. Negli ultimi 13 anni, gli esperti hanno censito oltre 100mila esemplari, distribuiti in 7 diversi Paesi del Mediterraneo.

In particolare 15 specie7 autoctone e 8 esotiche (provenienti dal Mar Rosso) – sono risultate interessanti per misurare gli effetti dell’aumento delle temperature del Mediterraneo. Se nel 2002 le specie esotiche erano 90, nel 2020 se ne contavano già 188.

Sotto gli effetti del riscaldamento globale, molti animali e piante stanno subendo rapidi spostamenti di distribuzione. Questi cambiamenti possono essere particolarmente rapidi nei pesci marini e molte specie hanno risposto in modo marcato ai recenti aumenti della temperatura del mare”, si legge nello studio.

Tra le specie autoctone che si stanno spostando verso nord ci sono la donzella pavonina (Thalassoma pavo) e il pesce pappagallo del Mediterraneo (Sparisoma cretense). Anche la presenza della salpa (Sarpa salpa), specie autoctona adatta al freddo, sta diminuendo, segno che la specie è alla ricerca di nuovi habitat.

Le trasformazioni nella biodiversità marina del Mediterraneo sono solo l’ennesima prova dell’azione dei cambiamenti climatici sui mari: a novembre l’osservatorio europeo Copernicus ha dichiarato che le acque al largo del nostro Paese sono arrivate a misurare, nel mese di ottobre, fino a 5°C in più rispetto alla media storica.