
C'è una città che è riuscita a rinfrescare le sue strade di 2 gradi! Come ha fatto? Ha installato dei mega condizionatori? Ha fatto piovere ghiaccioli? No, ha fatto una cosa molto più semplice: ha piantato lunghi corridoi verdi fatti di decine di migliaia di alberi e milioni di piante più piccole, che hanno trasformato le strade da inferni calienti a piccoli paradisi urbani naturali.
Ti piacerebbe fosse in Italia, eh? Non lo è. Questa è Medellín, la seconda città più grande della Colombia. In precedenza avevamo visto che esistono tecniche per rinfrescare le case senza sprecare energia, grazie al raffrescamento passivo e ai principi dell’architettura bioclimatica. Ma possiamo rinfrescare allo stesso modo anche città intere?
Se girassi per le strade di una città con un visore a infrarossi, probabilmente vedresti superfici di palazzi, strade e panchine che superano i 50 gradi.
Dobbiamo ammetterlo: più che cittadini siamo naufraghi che vivono su isole di calore urbane. Cosa significa? Se prendiamo il profilo di una città, allarghiamo lo sguardo e tracciamo il profilo delle temperature medie che si registrano lì e nei luoghi circostanti, scopriamo che la differenza, in media, va dai 4 a 10 gradi.
Lo vedi che qui dove le temperature sono più alte, sembra un’isola? Ecco, questa è l’Isola Urbana di Calore, un effetto che si verifica in ogni città del mondo. I motivi per cui una città è più calda dell’ambiente che la circonda hanno a che fare con i materiali di cui è fatta, gli spazi su cui è sviluppata e ciò che facciamo al loro interno. Le città sono piene di superfici e materiali che catturano calore, come l’asfalto, il calcestruzzo, l’acciaio, e lo rilasciano notte e giorno amplificando le temperature. Il fatto che siano scuri, non aiuta perché il grigio scuro e il nero assorbono la radiazione solare. La distribuzione di vie strette tra edifici alti crea trappole per l’aria, che ristagna immobile. Ci sono poi i motori dei mezzi privati, che la scaldano ulteriormente, e così i sistemi di riscaldamento domestico. In estate, paradossalmente, i condizionatori che rinfrescano l’interno degli edifici, spostano il calore verso fuori, sulle strade.
Essere un naufrago su un’isola di calore non è facile. In città più calde i rischi per la salute si moltiplicano. Il caldo eccessivo è una minaccia gigante per le persone. Nel solo 2022 ha mietuto più di 61.000 vittime in Europa, con l’Italia tristemente al primo posto di questa classifica. Secondo le stime dell’Unione Europea, il calore estremo potrebbe causare fino a 96 mila vittime ogni anno se non saremo capaci di arrestare l’aumento delle temperature medie globali. Non lo diresti mai, ma tra alluvioni, tempeste violente e altri eventi estremi, è proprio il caldo a essere il più letale.
Il caldo è quindi il nemico numero uno per chi ci vive in città. Lo sappiamo particolarmente bene qui nel Sud dell’Europa. Pensa che Siviglia, la capitale della rovente Andalusia, è stata la prima città a iniziare a dare un nome alle ondate di calore, come si fa con gli uragani negli Stati Uniti, proprio per identificare per tempo l’arrivo di questo fenomeno e tentare di prepararsi in ogni modo. Ma come possiamo proteggerci?
Guarda queste fotografie delle temperature di alcune città europee tra l’estate del 2022 e quella del 2023. Roma, Atene, Vienna, Praga, Parigi. Vedi quelle macchie verdi e blu? Sono i punti in cui le temperature sono più basse. Ma cosa c’è in quei punti, di così particolare? Quelli sono i punti in cui è stata inserita una tecnologia incredibile, quasi magica: si chiama “vegetazione”.
Funziona così: gli alberi più alti nelle strade creano ombra, che impedisce alla luce solare di colpire la pavimentazione e le altre superfici che altrimenti tratterrebbero quel calore. Con la traspirazione, le piante rilasciano acqua nella forma di vapore, che trasporta in modo circolare il caldo verso l’alto. La presenza di parchi che mantengono il suolo umido e di corpi idrici come stagni e laghetti permette poi all’aria di scambiare calore con l’acqua. Se riportiamo le piante in città, dalla quale storicamente le abbiamo scacciate, ci aiuteranno in modo super efficiente e praticamente a zero costi a calmare le temperature.
Un esempio stupefacente di tutto ciò è Singapore, dove hanno effettivamente messo in pratica queste soluzioni in modo corposo e sistemico. Dal 2017 la città ha aperto un’unità di ricerca che utilizza dati e scienza per scovare i migliori stratagemmi con cui tenere a bada le temperature. Finora la città ha riempito le strade di alberi. Ha tappezzato gli edifici di piante basse e medie, mettendole perfino sui muri come forma di isolamento termico. Inoltre, edifici di varie altezze permettono di incanalare la brezza lungo le strade e alcuni tetti sono stati dipinti di bianco, per sfruttare l’effetto riflettente proprio come succede nelle cittadine del Mediterraneo. E per finire, una rete di corridoi verdi e blu, fatta di parchi e laghi, arricchisce il tessuto della città.
Come Singapore, anche Medellín, la seconda città più grande della Colombia, non è rimasta ferma a patire il caldo. Nel 2016 ha lanciato un programma per affrontare il caldo crescente in città. Con un budget di 16 milioni e 300 milla dollari ha installato una rete di 30 “corredores verdes”, ossia un’estesa copertura vegetale per trenta arterie stradali che attraversano la città. Dopo avere piantato milioni tra piante e piantine, e decine di migliaia di alberi, già nel 2019 la città registrava due gradi in meno rispetto alle medie stagionali. E le autorità prevedono che più le piante e gli alberi raggiungeranno l’età matura, aumentando la capacità di fare ombra e rinfrescare le strade, più le temperature scenderanno, addirittura di 4 o 5 gradi.
Oltre ad abbassare le temperature, il programma ha incluso anche il rinnovamento di 124 parchi e dato una nuova casa alla fauna locale, favorendo il ritorno di uccelli, lucertole, anfibi e piccoli mammiferi che contrastano le specie più infestanti. Ha inoltre offerto quasi un centinaio di posti di lavoro a cittadini in difficoltà, coinvolti direttamente nella manutenzione di tutto questo verde.
Sfruttare gli alberi per creare ombra e umidità nell’aria è sicuramente la strategia più adottata dalle città europee che stanno prendendo precauzioni contro le ondate di calore. Vienna per esempio ha messo in campo nel 2018 un piano urbano simile a quello di Medellín, con una fitta opera di piantumazione di migliaia di alberi ogni anno, e “muri verdi” sugli edifici che fanno da isolamento termico per l’interno delle mura, rinfrescando nel frattempo l’aria esterna grazie alla traspirazione.
Sì, perché ogni superficie può ospitare una soluzione al caldo. I tetti ad esempio. A Rotterdam è famoso il DakAkker, un tetto verde di quasi 1 chilometro quadrato che ospita una vera fattoria di frutta e verdura, con anche alcuni alveari. La città olandese nel 2021 aveva addirittura 46 ettari di tetti verdi. Anche la città svizzera di Basilea vanta una grandiosa copertura di tetti verdi, nel 2019 si contavano 5,7 metri quadri per abitante!
Ci sono esperimenti con il verde sulle pensiline dei bus. Oppure su tendoni sospesi al di sopra delle strade, come a Valladolid. Ma anche con superfici più riflettenti o fatte di materiali che restano più freddi. Anche pavimentazioni porose aiutano: più lascia il suolo respirare, più aiuta a tenere fresche le strade. Oltre ad essere utili a rendere la città più spugnosa in caso di forti piogge.
È importante capire che in tutti questi esempi, le soluzioni risultano efficaci e giuste quando diffuse su intere aree urbane. A Barcellona da diversi anni si lavora sulle superillas o superblock, interi quartieri in cui le strade vengono chiuse al traffico delle auto per liberare spazio da dare ai dehor delle attività commerciali e alle piante, che creano una copertura verde per i pedoni.
A Parigi invece l’amministrazione ha creato una rete di “cool island” ossia delle isolette in cui i cittadini possono andare a ripararsi dal caldo. Sono anche state mappate su un sito accessibile da telefono.
Nelle cool island parigine rientrano anche le piscine pubbliche e questo perché non sono solo le infrastrutture verdi a tenere fresche le città, ma anche quelle blu. La presenza di acqua in città è fondamentale. Sono incluse nelle strategie di Vienna e di Singapore. A Seoul, in Corea del Sud, è stato ristabilito il Cheonggyecheon Stream, un corso d’acqua che attraversa alcuni quartieri e ha aiutato a ridurre la temperatura tra i 3 e i 6°C. Pensa invece che Atene, in Grecia, sta rinnovando un antico aquedotto romano per far viaggiare acqua attraverso la città e usarla come una sorta di serpentina del frigorifero.
Proteggerci dal caldo delle città non è un capriccio. L’effetto di temperature sempre più alte è una minaccia enorme alla vita di noi che le abitiamo, soprattutto dei più vulnerabili come anziani e bambini. Secondo un recente studio commissionato dalla Commissione Europea, aumentare del 30% la copertura arborea nelle nostre città potrebbe ridurre del 40% la mortalità legata all’effetto isola di calore. E permetterebbe di ridurre ancora di più la necessità di raffreddare le singole case consumando energia, e la spesa sanitaria per l’inquinamento.
Caldo e inquinamento infatti sono due problemi che il verde e il blu cittadino affrontano in un colpo solo. Il progetto dei corridoi verdi di Medellín non a caso nasce innanzitutto in risposta ad una preoccupazione sempre più grande dei cittadini riguardo all’aria che era diventata irrespirabile per lo smog. Medellín infatti si trova nella Valle d'Aburrá, la cui forma imbottiglia l’inquinamento atmosferico e rende difficile la dispersione delle particelle dannose… Suona come una condizione familiare?
Quindi, raffreddare le città è possibile grazie a un cocktail di ombra, vegetazione, acqua, geometria degli spazi, materiali e colori, accompagnato da mobilità intelligente e risparmio energetico. La sfida del caldo per le città resta molteplice: bisogna trovare lo spazio per mettere a terra queste infrastrutture, la sapienza nella loro progettazione e la cura poi nel mantenerle funzionanti. Come spesso accade nelle nostre città, gli alberi fanno presto a cadere o a seccare se non vengono curati bene. E con l’avanzare del riscaldamento globale, tra ondate di calore, tempeste violente e altro diventa sempre più impegnativo dare vita a soluzioni come queste. Ma gli esempi virtuosi, come visto, non mancano certo.
FONTI | Nature; Commissione europea (e qui); ESA