Come sotterrare il legno può combattere le emissioni di CO2

Il sotterramento del legno rallenta il rilascio di CO2. Secondo uno studio, seppellendo il 4,5% della biomassa globale si potrebbero sequestrare 10 giga-tonnellate annue.
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Vincenzo Borriello 30 Ottobre 2024

Sin dai tempi della rivoluzione industriale, l’uomo ha immesso nell’atmosfera quantità sempre più insostenibili di anidride carbonica oltre ad un’altra serie di gas all’origine dell’effetto serra antropico responsabile, insieme all’effetto serra naturale sono responsabili dei cambiamenti climatici. Le politiche UE, e in particolare la Legge europea sul clima si è data l’obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas serra del 55% entro il 2030 mentre la neutralità climatica è giuridicamente vincolata al 2050. Un aiuto a raggiungere gli obiettivi si potrebbe ottenere sotterrando il legno, sebbene la proposta non convinca tutti.

Lo studio della decomposizione del legno

Premessa: da qualche anno si dibatte sulla necessità di sequestrare la CO2 presente nell’ambiente. I metodi per fare ciò sono lo stoccaggio nell’oceano, la trasformazione in cristalli quando la CO2 è espulsa dalle ciminiere e così via. Nel 2013 in Canada è stato scoperto sotto terra un tronco di cedro rosso vecchio di 3775 anni. Dalle analisi effettuate su questo tronco lungo appena 78 cm, è stato accertato che in quasi 4000 anni il legno aveva rilasciato appena il 5% di CO2.

Lo studio è stato pubblicato su Science. Di qui l’idea di sotterrare il legno per impedire che rilasci l’anidride carbonica accumulata. Com’è noto, l’assenza di ossigeno rallenta la decomposizione e ciò fa ritenere a Ning Zeng, coordinatore dello studio che:

“se seppellissimo il 4,5% della biomassa globale – composta da legno di scarto e legno raccolto in modo sostenibile – riusciremmo a sequestrare 10 gigatonnellate di CO2 ogni anno, pari al doppio delle emissioni annuali degli USA”.

Sarebbe davvero possibile sotterrare il legno?

Non sono poche le perplessità circa questo metodo. I dubbi vertono sulla possibilità di ricreare le stesse condizioni cui è stato soggetto il tronco di cedro che si trovava sotto uno strato di argilla impermeabile e saturo d’acqua, depositato dall’oceano.

Gli studiosi pensano che questo strato abbia fatto da barriera all’acqua che non potendo penetrare ha permesso il blocco della decomposizione. Ora, considerato che l’argilla marina non è disponibile ovunque, la questione è se questo sistema funzionerebbe con altri tipi di terreno. Il dubbio attanaglia l’ingegnere oceanico Kate Moran.

Dubbi riguardano anche la valenza economica del metodo: perché seppellire il legno quando potrebbe essere trasformato in altro? A tal riguardo Ning Zeng suggerisce che si potrebbe seppellire il solo legno di scarto, cosa che permetterebbe di sequestrare annualmente una quantità di CO2 di circa una o due gigatonnellate, ossia, fino a due volte le emissioni del Giappone.

Perché sotterrando il legno diminuiscono le emissioni di CO2?

Come accennato in precedenza, l’assenza di ossigeno rallenta la decomposizione, di conseguenza il legno seppellito rilascerà molto più lentamente la CO2 proprio in virtù delle condizioni anaerobiche, ossia, l’assenza di ossigeno. Una parte del carbonio resta intrappolata sotto terra trasformandosi in composti organici stabili.