Le microplastiche alterano anche la formazione delle nuvole

Uno studio della Penn State ha spiegato che le microplastiche presenti in atmosfera potrebbero avere un ruolo nella formazione di ghiaccio nelle nuvole e dunque un impatto sui modelli di precipitazione, sulle previsioni meteorologiche, sulla modellazione climatica e quindi sul clima stesso.
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Kevin Ben Alì Zinati 12 Novembre 2024

Sono ovunque, e questo lo sappiamo. Sì, perché le microplastiche ormai sono arrivate nelle profondità della Fossa delle Marianne (quasi 11mila metri) così sulla sommità dell’Everest.

Ma hanno invaso anche l’organismo umano. Come sicuramente sai, le hanno ritrovate nel cervello, nel sangue, nella placenta.

Quei minuscoli e invisibili frammenti di plastica grandi meno di 5 millimetri, potenzialmente possono anche impattare qualsiasi elemento del nostro Pianeta in cui si intrufolano: nuvole comprese.

Un nuovo studio di un team di ricercatori della Penn State ora ha spiegato che le microplastiche presenti e diffuse nell’atmosfera potrebbero avere un ruolo nella formazione di ghiaccio nelle nuvole.

Sulla rivista su Environmental Science and Technology: Air, i ricercatori statunitensi hanno  dimostrato che le questi minuscole plastiche agiscono come particelle nucleanti del ghiaccio facilitando la formazione di cristalli di ghiaccio nelle nuvole.

Tradotto, significa che potrebbero avere un impatto sui modelli di precipitazione, sulle previsioni meteorologiche, sulla modellazione climatica e quindi sul clima stesso.

Nell’ambiente controllato del laboratorio, i ricercatori hanno posto l’attenzione l’attività di congelamento di quattro diversi tipi di microplastiche presente nell’atmosfera:

  • polietilene a bassa densità (LDPE)
  • polipropilene (PP)
  • cloruro di polivinile (PVC)
  • polietilene tereftalato (PET)

Li ha sospesi all’interno di piccole goccioline d’acqua e le ha raffreddate in maniera graduale in modo da osservare se e come queste microplastiche influenzassero la formazione di ghiaccio.

Dopo attente analisi hanno scoperto che le goccioline si congelavano a una temperatura media di 5-10°C più calda rispetto alle goccioline senza microplastiche.

Considera che in genere una goccia d'acqua atmosferica diventa ghiaccio a circa -38°C: “Nel caso delle nostre microplastiche, il 50% delle gocce era congelato a meno 22°C ha spiegato Heidi Busse, studentessa laureata alla Penn State e autrice principale dell’articolo.

Gli effetti precisi di questa scoperta non sono ancora chiari ma secondo i ricercatori suggerisce che le microplastiche probabilmente stanno già avendo un impatto anche sulla formazione delle nuvole.

Tieni a mente che le nuvole riflettono la radiazione solare raffreddando la superficie Terra. Alcune nuvole, quelle che galleggiano a determinate altitudini, possono invece avere un effetto opposto e riscaldante, aiutando a intrappolare l'energia emessa dalla Terra.

La quantità di acqua liquida rispetto alla quantità di ghiaccio è importante per determinare come agiranno le nuvole, se in maniera riscaldante o raffreddante. Se dunque le microplastiche influenzano la formazione di nubi è probabile che influenzino anche il clima.