inondazioni da lago glaciale

Con lo scioglimento dei ghiacciai, 15 milioni di persone nel mondo sono a rischio inondazioni

Come è noto, la crisi climatica fa sciogliere i ghiacciai e, di conseguenza, crescono i laghi glaciali: secondo un innovativo studio condotto dalle Università di New Castle e Canterbury, questo fenomeno mette a rischio 15 milioni di persone in tutto il mondo.
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Roberto Russo 9 Febbraio 2023

Quando il riscaldamento globale fa sciogliere ghiacciai, l'acqua che si genera può accumularsi e formare laghi. Il che, a un occhio poco attento, potrebbe sembrare anche una cosa bella, ma in realtà non lo è. Se, infatti, queste acque superano i limiti dei bacini creati dal ghiacciaio, le masse liquide rappresentano un grave pericolo naturale. In effetti, le inondazioni da lago glaciale (GLOF, Glacial Outburst Floods) possono ancora causare numerose vittime, oltre a danni a proprietà e infrastrutture.

Circa 15 milioni di persone in tutto il mondo potrebbero essere a rischio a causa delle inondazioni dei laghi glaciali. Gli abitanti dei centri e delle zone di alta montagna dell'Asia e delle Ande sono i più a rischio, secondo uno studio pubblicato su Nature Communications.  Più della metà della popolazione a rischio si trova in soli quattro Paesi: India, Pakistan, Perù e Cina. Questo è il primo studio che calcola il livello di persone esposte alle inondazioni da lago glaciale: fino ora, infatti, gli studi si erano limitati a contare i danni a livello locale o regionale. E il titolo dello studio è chiaro: Le inondazioni da laghi glaciali minacciano milioni di persone in tutto il mondo.

Cosa dice lo studio

Il team di ricerca ha analizzato 1.089 bacini lacustri glaciali in tutto il mondo e il numero di persone che vivono in un'area di 50 chilometri, nonché il livello di sviluppo di queste aree e altri indicatori sociali come indicatori di vulnerabilità alle alluvioni improvvise. Hanno poi utilizzato queste informazioni per quantificare e classificare il potenziale di danno delle alluvioni improvvise su scala globale e valutare la capacità delle comunità di rispondere efficacemente a un'alluvione.

Le conseguenze delle inondazioni

Le GLOF possono avere conseguenze di vasta portata” spiega Caroline Taylor, dell'Istituto di Geografia, Politica e Sociologia dell'Università di New Castle (Regno Unito) e coautrice dello studio. “Su scala locale possono causare perdite di vite umane, di bestiame, di terreni agricoli o di proprietà, con ovvie ripercussioni sociali ed economiche”, spiega l'esperta. E poi aggiunge che su scala più ampia “possono danneggiare anche le reti di trasporto, i sistemi agricoli e il turismo”.

Questi disastri naturali si verificano con notevole frequenza: “Ci sono prove di circa 2.800 GLOF in tutto il mondo tra il 1900 e il 2021”, afferma la glaciologa. Tra questi rientrano la devastante alluvione del lago Chorabari del 2013 sulla città di Kedarnath (India) o l'incidente del 2018 nella valle di Ishkoman (Pakistan), che ha danneggiato 40 case e causato la perdita di bestiame e beni materiali.

La dottoressa Taylor sottolinea che questo tipo di alluvioni sono un “pericolo naturale transfrontaliero” e pertanto, la devastazione non è limitata al territorio in cui si verifica il disastro, ma “le ripercussioni sociali, economiche e ambientali potrebbero interessare diversi Paesi”.

Cosa fare?

Il primo autore dello studio, Thomas Robinson, docente della School of Earth and Environment dell'Università di Canterbury, in Nuova Zelanda, afferma che le GLOF possono verificarsi senza preavviso quando una diga naturale cede. “La continua perdita di ghiaccio e l'espansione dei laghi glaciali a causa dei cambiamenti climatici dimostrano che le inondazioni dei laghi glaciali sono un rischio naturale di portata globale che richiede un'attenzione urgente per ridurre al minimo le perdite future di vite umane”.

Lo studioso propone “sistemi di allarme rapido” per le comunità a valle. “Ma per le persone che vivono vicino ai laghi glaciali, nel raggio di cinque-dieci chilometri, è improbabile che siano efficaci, perché è poco pensabile che ci sia abbastanza tempo per attivare l'allarme ed evacuare le persone in sicurezza prima che arrivi l'alluvione”, aggiunge.

Che fare, dunque? Secondo gli autori dello studio la strada principale da percorrere è una: “Limitare i cambiamenti climatici e mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi Celsius sono le misure principali che contribuiranno a rallentare la crescita dei laghi glaciali e a impedire che il pericolo aumenti ulteriormente”, afferma. Tuttavia spiegano che è necessario trovare misure efficaci per le persone a rischio, lavorando con i governi nazionali e regionali e con le comunità stesse. E se il dialogo è sempre una buona via da percorrere, sappiamo bene che a volte alcune orecchie proprio non vogliono sentire!