
Ti è mai capitato di stare in casa con la felpa o un maglione per non accendere i riscaldamenti? È purtroppo quello che vivono decine di famiglie o single nel corso dell'anno quando arriva il freddo. Numerosi scienziati hanno già dato un nome a questo fenomeno, stiamo parlando infatti della povertà energetica, ovvero un'impossibilità di poter affrontare i costi dell'energia e i potenziali aumenti legati al mercato unico europeo.
Esiste però un aspetto più strutturale, che non concerne esclusivamente l'energia. In un Pianeta sempre più caldo infatti alcuni studiosi stanno cominciando a teorizzare anche la "sistemic cooling poverty": il nostro Pianeta infatti è sempre più caldo, ma non tutti hanno il modo di affrontare le alte temperature con più energia. La povertà da raffreddamento è infatti a tutti gli effetti un problema causato da infrastrutture inadeguate, intere aree urbane progettate male, o comunque che non possono rispondere al crescente stress da calore attuale.
A introdurre il concetto di povertà sistemica da raffreddamento è un nuovo studio pubblicato su Nature Sustainability dai ricercatori dell'Università di Oxford, dell'Università Ca' Foscari Venezia, della Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), di RFF-CMCC European Institute on Economics and the Environment e della London School of Hygiene & Tropical Medicine. L'articolo, dal nome Understanding sistemic cooling poverty, "evidenzia la natura multidimensionale della cooling poverty e introduce il nuovo concetto di cooling poverty sistemica. La cooling poverty (povertà di raffrescamento) si può definire sistemica quando si sviluppa in contesti in cui organizzazioni, famiglie e individui sono esposti agli effetti dannosi del crescente stress da calore, principalmente a causa di infrastrutture inadeguate".
Ma cos'è che rende le infrastrutture inadatte al mondo in cui viviamo? Secondo i ricercatori ciò dipende dall'assenza di beni fisici, sistemi sociali e risorse immateriali.
Nella figura presente nello studio vengono evidenziati i cinque aspetti principali che determinano una povertà sistemica da raffreddamento: Clima, infrastrutture, salute, educazione e disuguaglianza sociali. Ognuno di essi genera quindici sotto-dimensioni o variabili. Secondo la prima autrice dello studio Angela Mazzone, "la definizione proposta si discosta dai concetti esistenti di povertà energetica e fuel poverty. La cooling poverty sistemica evidenzia il ruolo delle infrastrutture di raffreddamento passivo (utilizzando acqua, superfici verdi e bianche), dei materiali da costruzione per un'adeguata protezione termica esterna e interna e delle infrastrutture sociali. La sua portata sistemica considera anche lo stato dell'offerta di raffreddamento disponibile per il lavoro all'aperto, l'istruzione, la salute e la refrigerazione. In questo senso, lo spazio e il luogo giocano un ruolo chiave in questa concettualizzazione della povertà di raffrescamento. Va oltre l'energia e abbraccia un'analisi multidimensionale e multilivello di infrastrutture, spazi e corpi".
Te ne avevamo parlato già in passato, ma è bene ricordarsi sempre che per stare al caldo in casa e provare a rimediare a questo gap nel breve termine bisogna partire dall'isolare il più possibile le nostre finestre; mettere delle tende e posizionare delle pellicole isolanti dove potrebbero passare degli spifferi, con conseguente perdita di calore (porte, finestre, porta d'ingresso).
Cambiare le lampadine è una delle cose più semplici da fare se vuoi risparmiare elettricità. Preferisci quelle a Led, che consentono una prestazione decisamente migliore, durando più a lungo, e ti fanno risparmiare notevolmente in bolletta.