Tra le fake news più odiose che sono circolate in questi giorni ci sono forse le cure miracolose contro il Covid-19. A volte è solo una pasticca, in altri casi basterebbe addirittura un'unica vitamina. Ma quelle a cui è più facile credere si riferiscono a mix di farmaci, ciascuno a suo modo utile per contrastare delle infezioni o delle infiammazioni in corso. E tra queste rientra anche la magica formula del dottor Vladimir Zelenko, un medico di famiglia che lavora a Monroe, nello stato di New York. Come però ti spiegherò in questo articolo, anche la sua proposta è una bufala. I risultati che declama infatti non sono mai stati provati.
Secondo il dottor Zelenko, l'arma definitiva contro il Coronavirus sarebbe una miscela di tre sostanze: idrossiclorochina, zinco e azitromicina. In poche parole, il primo ridurrebbe la carica virale presente nelle cellule, la seconda favorirebbe l'entrata dello zinco proprio in queste particelle e il terzo è un antibiotico che dovrebbe prevenire eventuali infezioni batteriche secondarie, che possono effettivamente colpire una persona, se il suo sistema immunitario è stato compromesso da una malattia di questo tipo.
L'idrossiclorochina viene in effetti sperimentata contro la patologia provocata dal SARS-Cov-2. Per ora ha dato buoni risultati in laboratorio durante un esperimento portato avanti dal Wuhan Institute of Virology. In questo caso però l'associazione veniva fatta con il Remdesivir, un farmaco utilizzato contro l'Ebola e che fa parte dei medicinali messi in campo nei vari trial clinici che diversi ospedali in tutto il mondo stanno conducendo. E il fatto che cambi l'altro componente non è cosa da poco: se a farina e lievito aggiungi il sale, otterrai l'impasto del pane, ma se invece lo scambi con lo zucchero, avrai la base per una torta.
Il dottor Zelenko sceglie di usare lo zinco sulla base di uno studio che, è vero, esiste, ma era stato pubblicato nel 2004. E nel frattempo la ricerca scientifica è andata avanti, ha ottenuto nuovi risultati e soprattutto, viene difficile pensare che un medico di famiglia di un comune degli Stati Uniti fosse l'unico al mondo a conoscere gli effetti antivirali dello zinco. Più probabile invece che gli altri specialisti non lo abbiano preso in considerazione perché, semplicemente, inefficace in questa circostanza.
Ma è un altro il dato che salta all'occhio: quale sperimentazione è stata fatta per permettere al dottore di dire che 699 pazienti sono stati guariti grazie a questi farmaci? Non c'è alcuna spiegazione di quale metodo sia stato utilizzato, delle tempistiche, di chi fossero questi malati (sesso, età, presenza di patologie pregresse). Insomma, quello che ci chiede Zelenko, e che invece non domanderebbe nessun professionista serio, è di fidarci ciecamente delle sue parole senza alcuna prova a sostegno. Bé, prova a pensare: non saresti capace anche tu di un'operazione di questo tipo?
Ora magari ti starai chiedendo cosa spinga questo dottore a scrivere addirittura una lettera al presidente Donald Trump per invitarlo a ricorrere alla sua super terapia. Facile: i soldi. Ogni kit costa 20 dollari, da versare direttamente all'inventore, e il ciclo di cura dura 6 o 7 giorni. Se da un lato è davvero vergognoso speculare sulla salute in un momento cosi delicato per il mondo intero, dall'altro viene da chiedersi come mai l'arma vincente contro una pandemia che mette in ginocchio sistema sanitario ed economico sia disponibile a un prezzo così modesto.
O siamo di fronte a un benefattore dal cuore grande, o a un truffatore. In assenza di studi che dimostrino la sua teoria, non si può che puntare sulla seconda.
Il problema però non è solo chi millanta cure contro malattie che spaventano, ma soprattutto chi dà loro credito. Come il sindaco di New York Rudolph Giuliani che in un Tweet ha promosso la miscela Zelenko. E se arriva dirlo un personaggio pubblico della sua portata, deve essere vero, giusto? Un po' come quando Matteo Salvini, il leader della Lega, ha rilanciato la bufala del Tg Leonardo e del virus creato in laboratorio. In entrambi i casi, una mossa pericolosa e destabilizzante, che dimostra solo uno scarso senso di responsabilità da parte di chi invece viene pagato proprio per avercela.
Stiamo invece ai fatti e a quanto sta accadendo in questi giorni negli ospedali europei, dove l'idrossiclorochina viene davvero sperimentata. Per ora sembra stia dando risultati discreti, ma dalla Francia arriva la denuncia di un farmacista: alcuni pazienti sarebbero morti, a causa di disturbi del ritmo cardiaco e di veri e propri arresti provocati dal farmaco, usato in abbinamento o meno con l'azitromicina. A differenza delle teorie di Zelenko, tutta la documentazione relativa ai casi che farmacisti e infettivologi hanno rinvenuto verrà sottoposta all'attenzione della Agenzia nazionale per la sicurezza dei medicinali (Ansm), che valuterà se queste persone siano davvero decedute a causa di queste sostanze.
Come vedi, siamo ancora lontani dal trovare una cura contro il Covid-19 e per arrivarci servono studi, sperimentazioni e protocolli validati. Non basta una formula magica e un po' di pubblicità sui social.
Fonti| "In Vitro Antiviral Activity and Projection of Optimized Dosing Design of Hydroxychloroquine for the Treatment of Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2 (SARS-CoV-2)", pubblicato su Clinical Infectiuos Disease il 9 marzo 2020; Ospedale San Raffaele