Cosa contiene il decreto per arrestare chi imbratta i beni culturali e come reagisce Ultima Generazione

Cosa contiene il nuovo provvedimento del Governo Meloni per punire gli attivisti che imbrattano le opere e i beni culturali? Servirà a fermarli dalle proteste?
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Francesco Castagna 12 Aprile 2023

A nulla sono servite le spiegazioni degli attivisti ambientalisti, specialmente quelle dei ragazzi di Ultima Generazione, cui è specificatamente dedicato il nuovo decreto. Anche se la vernice è lavabile il governo non ci sta, condurre azioni di questo tipo per l'esecutivo di Giorgia Meloni è riprovevole e va punito con una multa, se non con il carcere.

Il decreto presentato a novembre dal senatore della Lega Claudio Borghi è diventato realtà: pene per tutti gli attivisti ambientalisti che si rendono partecipi di azioni di disobbedienza civile. L'attuale quadro normativo già prevede delle sanzioni in materia: l'art. 733 del Codice Penale recita "Chiunque distrugge, deteriora o comunque danneggia un monumento o un'altra cosa propria di cui gli sia noto il rilevante pregio, è punito, se dal fatto deriva un nocumento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale, con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda non inferiore a euro 2.065″.

Già nel 2017 in Italia il governo Gentiloni, con il Ministro Franceschini, aveva presentato una riforma dei reati contro il patrimonio culturale. Il testo era stato approvato alla Camera, ma non aveva concluso l'iter parlamentare.

Nel 2022 poi è entrato il ministro Franceschini ci ha riprovato insieme al ministro Orlando, introducendo una serie di nuove fattispecie di reato contro il patrimonio culturale, che puniscono la distruzione, la dispersione, il deterioramento, il deturpamento, l’imbrattamento e l’uso illecito di beni culturali o paesaggistici.

Ora il Governo Meloni sembra concordare con la proposta di legge del senatore Borghi. Subito un provvedimento contro chi si macchia di questo reato. Ma se il reato esiste già, in cosa consiste il nuovo inasprimento della pena?
Dalla riunione del Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi dell'11 aprile emergono i dettagli. Nel testo infatti si legge che: "Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 20 mila a euro 60 mila".

Esulta il vice-premier e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che sui social scrive "Super multe per vandali e imbrattatori". Critiche invece le opposizioni, che rispondono affermando che l'esecutivo "Non investe un euro in cultura, ma pensa bene di inventare ogni giorno nuovi reati a costo zero".

Intanto, tra un botta e risposta, gli attivisti di Ultima Generazione hanno risposto con un post alla decisione del governo: "Forse al Governo sfuggono dei dati, visto che danno la priorità al DDL contro gli imbrattamenti rispetto a quelli per proteggere la popolazione dalla siccità e dagli eventi estremi… 40 000 € per ripulire i monumenti imbrattati 6 000 000 000 € i danni della siccità nel 2022".