Cosa dice il nuovo report delle Nazioni Unite per distinguere le operazioni di greenwashing da quelle di green marketing

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha chiesto a un team di 17 esperti di lavorare a un documento che stabilisca per la prima volta chiaramente una linea tra le operazioni di greenwashing e quelle di green marketing.
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Francesco Castagna 10 Novembre 2022

"È tempo di tracciare una linea rossa intorno al greenwashing", inizia con un messaggio forte il nuovo rapporto elaborato dalle Nazioni Unite durante i lavori alla Cop27. Al documento hanno lavorato 17 esperti di fama internazionale, sotto la guida di Catherine McKenna, presidente del Gruppo di esperti di alto livello sugli gli impegni di emissioni nette zero delle entità non statali. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha voluto fortemente che venisse preparato un testo simile, perché "Abbiamo urgentemente bisogno che tutte le aziende, gli investitori, le città, gli Stati e le regioni mantengano la parola sulle loro promesse di "net zero". Non possiamo permetterci rallentamenti, falsi movimenti o qualsiasi forma di greenwashing".

Come abbiamo visto nel recente report sulle emissioni di gas serra preparato dall'IPCC, la finestra per intervenire sulle conseguenze del cambiamento climatico si sta chiudendo inesorabilmente. Il Mondo si trova in un momento di svolta, in cui o si coopera a livello internazionale oppure, riprendendo le parole di Antonio Guterres "sarà suicidio collettivo". E gli effetti non solo sono sotto gli occhi di tutti, ma creano disagi in tutti i Paesi del Mondo, con la differenza che quelli meno responsabili della crisi climatica sono gli stessi che non hanno gli strumenti e le risorse adatte ad affrontare questa crisi.

Diverse aree del mondo quest'anno hanno fatto i conti con fenomeni di siccità -tra questi c'è anche il nostro Paese- che è sempre più aggressiva, le alluvioni hanno colpito il Bangladesh e il Pakistan, A Nuova Delhi, in India, le temperature hanno toccato la massima storica di 49°C. Gli incendi hanno devastato la California e la Spagna, mentre il Canada una cupola di calore sopra Lytton ha ridotto la città in cenere. Gli interventi devono essere rapidi, perché, come ti avevamo già detto, siamo ben lontani dagli obiettivi stabiliti dagli Accordi di Parigi del 2015: il Pianeta si è già riscaldato di 1,2°C in più e dovremmo mantenerci intorno a un aumento massimo di 1,5°C. Con le politiche attuali dei governi internazionali però, l'aumento di temperatura previsto è di 3°C.

Un dato preoccupante, che è stato segnalato anche Johan Rockström, lo scienziato di riferimento di Greta Thunberg, ideatore del modello dei limiti planetari. Rockström in un'intervista al Guardian aveva detto che "Una crescita di 1,5 gradi non è un numero arbitrario, non è un numero politico. È un “planetary boundary”", limiti interconnessi, oltre i quali verrebbe sconvolto l'intero equilibrio terrestre. Per quanto riguarda l'inquinamento, siamo già a metà della zona gialla, con un aumento della temperatura di oltre 1,5°C il Mondo entrerebbe in zona rossa.

Proprio per questo motivo, gli esperti che hanno lavorato a questo report hanno elaborato una serie di raccomandazioni per evitare di cadere nel tranello del greenwashing. Questo testo rappresenta il lavoro di 7 mesi, dove vengono fornite 10 raccomandazioni pratiche stabilendo standard e criteri chiari e vengono definite in maniera netta cosa significa essere NetZero e allineati con gli obiettivi NetZero: annunciare un impegno per l'azzeramento delle emissioni, fissare obiettivi per l'azzeramento delle emissioni, utilizzare crediti volontari, creare un piano di transizione, eliminare gradualmente i combustibili fossili e aumentare le energie rinnovabili, allineare le attività di lobbying e advocacy, persone e natura nella giusta transizione, aumentare la trasparenza e la responsabilità, investire nella giusta transizione, accelerare il percorso verso la regolamentazione.

Chi ha contribuito a questo lavoro condivide lo stesso pensiero: non è più possibile procedere con operazioni di greenwashing, bisogna rispondere alle preoccupazioni dei cittadini, degli attivisti e dei consumatori.

Ma quali sono i principi su cui si basano le raccomandazioni, che gli esperti hanno ritenuto fondamentali per dare una giusta informazione nel campo del green marketing?

  • I privati non possono dichiarare di avere obiettivi NetZero se continuano a costruire o investire in nuove forniture di combustibili fossili. Coerentemente con le dichiarazioni dell'Agenzia Internazionale dell'Energia, carbone, petrolio e gas non possono più essere considerati come elementi chiavi per la transizione, perché responsabili di oltre il 75% delle emissioni globali di gas a effetto serra. "Allo stesso modo, la deforestazione e altre attività distruttive per l'ambiente sono squalificanti", si legge nel report
  • Stop all'acquisto di crediti a basso costo, privi di integrità, invece di pensare a  ridurre da subito le proprie emissioni lungo la catena di valore. Al massimo, comunicano gli esperti, i crediti possono essere utilizzati al di là degli sforzi per raggiungere obiettivi intermedi allineati a 1,5°C per aumentare i flussi finanziari in aree in cui si investe di meno, in solidarietà con gli obiettivi di decarbonizzazione dei Paesi in via di sviluppo
  • I privati non possono concentrarsi solo sul ridurre l'intensità delle loro emissioni al posto di lavorare sull'abbattere le emissioni assolute o "affrontare solo una parte delle loro emissioni piuttosto che l'intera catena del valore"
  • È severamente fatto divieto ai privati di esercitare pressioni per orientare e peggiorare le politiche climatiche ambiziose dei governi, né direttamente né attraverso le lobby
  • I privati devono invece allineare la loro attività di advocacy, così come le loro strategie di governance e commerciali, con i loro impegni in materia di clima
  • Per garantire che la loro attività non scada nel greenwashing, gli attori privati devono passare da iniziative volontarie a requisiti regolamentati per il NetZero