Cosa succede al tuo corpo se smetti di mangiare carboidrati?

Quando non ha più carboidrati a disposizione, il tuo corpo inizia a bruciare grassi. Questo fenomeno può avere dei vantaggi, ma attenzione: con il fai da te i rischi sono dietro l’angolo.
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Dott.ssa Silvia Soligon Biologa nutrizionista
4 Dicembre 2023 * ultima modifica il 04/12/2023

I carboidrati sono considerati la principale fonte di energia per il tuo organismo. Quando mangi alimenti che li contengono, gli zuccheri nel tuo sangue aumentano e, di conseguenza, aumenta anche l'insulina che hai in circolo. Questo ormone stimola l'ingresso degli zuccheri (in particolare del glucosio) nelle tue cellule, che li utilizzeranno per produrre energia, ma non solo. Infatti, secondo il modello carboidrati-insulina, l'aumento dell'insulina promuove anche l'immagazzinamento dell'energia in eccesso sotto forma di grasso, aumentando il senso di fame. Cosa succede, allora, se smetti di mangiare carboidrati?

Cosa significa “smettere di mangiare carboidrati”

Permettimi di partire con una premessa: quelli che mangi sono alimenti, non nutrienti; in un alimento c'è ben più di un nutriente e uno stesso nutriente può essere presente in più alimenti anche molto diversi fra loro.

Te lo premetto perché spesso quando si parla di smettere di mangiare i carboidrati ci si riferisce alla scelta di mettere al bando pasta, pane, riso, pizza, magari anche le patate; in generale, potremmo tradurre questa scelta in “smettere di magiare cereali e patate”. In realtà, però, anche altri alimenti contengono carboidrati, in particolare frutta, verdura e legumi. Ciò significa che se smetti di mangiare cereali e patate non smetti di mangiare carboidrati; piuttosto, ne limiti le fonti, ma la tua dieta ne contiene ancora – e non è detto che ne contenga in quantità tali da poterla definire dieta a contenuto di carboidrati basso o molto basso.

Cosa succede se elimini le fonti di carboidrati

Mi sembra quindi più corretto parlarti di cosa succede nel tuo corpo se scegli di eliminare le fonti di carboidrati. In particolare, ti spiegherò cosa accade quando questo finisce per farti assumere meno di 50 grammi di carboidrati al giorno – che, per intenderci, è la quantità di carboidrati disponibili in 1 etto di fagioli o di lenticchie secche, ma anche in 2 etti di peperoni.

Scendendo al di sotto di questa soglia il tuo pancreas produce significativamente meno insulina e questo mette il tuo organismo in condizioni di consumare più che accumulare. Dal punto di vista pratico, prima inizierai a consumare le tue scorte di glicogeno (che è la forma in cui immagazzini gli zuccheri), poi inizierai a produrre da te glucosio e, quando la sua disponibilità scarseggerà, a utilizzare come fonte di energia i cosiddetti corpi chetonici (acetoacetato, beta-idrossibutirrato e acetone) ottenuti dalla degradazione dei grassi. Insomma, non avendo a disposizione carboidrati, il tuo corpo inizierà a far affidamento sui grassi come fonte di energia.

A questo punti il tuo cuore, i tuoi muscoli, i tuoi reni e il tuo cervello utilizzeranno i corpi chetonici. I tuoi globuli rossi e il tuo fegato, invece, non riusciranno a utilizzarli perché non hanno le strutture che permettono di farlo. Non solo: i corpi chetonici riducono i danni da radicali liberi nel tuo organismo e aumentano le sue capacità antiossidanti.

Smettere di mangiare i carboidrati è sicuro?

La produzione di corpi chetonici promossa dalla scelta di smettere di mangiare fonti di carboidrati crea uno stato di chetosi nutrizionale considerato sicuro finché la concentrazione di corpi chetonici resta moderata e, quindi, non fa variare il pH del sangue. In caso contrario, quella cui andresti incontro è la chetoacidosi, una condizione molto pericolosa (a rischio c'è la tua sopravvivenza!) in cui troppi corpi chetonici portano ad acidosi del sangue.

Nemmeno la chetosi nutrizionale, però, è esente da possibili effetti collaterali, soprattutto nelle sue fasi iniziali. In genere si tratta di sintomi analoghi a quelli delle sindromi simili-influenzali: nausea, vomito, mal di testa, affaticamento, capogiri. Potresti anche soffrire di insonnia, non riuscire a praticare molta attività fisica e ritrovarti con l'intestino un po' pigro. Quest'ultimo possibile effetto è legato al fatto che eliminando le fonti di carboidrati elimineresti anche le fonti di fibre, preziose alleate della regolarità intestinale.

Accanto a questi disturbi, che tendono a risolversi nell'arco di qualche settimana, altri problemi sono più a lungo termine. Potrebbero risentirne il tuo fegato e i tuoi reni, ma anche il tuo cuore, i tuoi muscoli e le tue capacità cognitive; potresti trovarti alle prese con carenze di vitamine e minerali e con poche proteine nel sangue, o con urine povere di citrati o ricche di calcio.

Meglio evitare?

Se seguita sotto controllo medico, una dieta a contenuto di carboidrati basso o molto basso può essere utile e sicura. Per esempio, potrebbe proprio aiutarti a dimagrire, ma non solo. Le ricerche condotte fino a oggi suggeriscono che possa per esempio essere utile in caso di forme di mal di testa, epilessia, disturbi neurodegenerativi e sindrome dell'ovaio policistico.

Ti sconsiglio, però, di smettere di mangiare carboidrati senza farti spiegare da un esperto come fare: come detto, i possibili effetti collaterali non mancano e il rischio di far danni è decisamente maggiore quando si sceglie il fai-da-te.

Laureata in Scienze Biologiche con un dottorato in Scienze Genetiche e Biomolecolari, ha lavorato nel campo della ricerca fino al 2009 altro…
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