
Se anche tu vorresti vivere a lungo, sappi che sei in buona compagnia: essere longevi è desiderio di molti, e questo desiderio alimenta la ricerca di rimedi che promuovano la longevità. Spesso è proprio questo che rende tanto attraenti i superfood: vengono pubblicizzati per le loro proprietà salutari e per la supposta capacità di tenere a bada spettri come quello del cancro. Be', pensaci: quale soluzione potrebbe essere più semplice che andare al supermercato, comprare dei broccoli e sapere che stai per cucinare l'elisir di lunga vita? Al loro interno trovi il precursore del sulforafano, una molecola dalle ricercatissime proprietà antitumorali. Ma oggi voglio parlarti di un'altra molecola della longevità presente al suo interno: la spermidina. Scopriamo di cosa si tratta!
Dal punto di vista chimico, la spermidina è una poliammina – ma questo ci dice ben poco. Piuttosto, è interessante sapere che, sì, proprio come ti ho detto, può essere assunta con alcuni alimenti (non solo broccoli, ma anche cavolfiori, piselli e, in dosi ancora maggiori, funghi e germogli) e che può essere prodotta da alcuni dei batteri che possono vivere nel tuo intestino. In realtà anche le tue cellule sono attrezzate per produrla, ma con l'avanzare degli anni i suoi livelli nell'organismo tendono a diminuire.
Il caso di novantenni e centenari che hanno raggiunto la loro ragguardevole età mantenendo una buona salute ha però svelato che la riduzione della spermidina non è un evento ineluttabile; spesso, infatti, queste persone sono caratterizzate da livelli paragonabili a quelli di trentenni o cinquantenni e più elevati rispetto a quelli di sessantenni o ottantenni. Ma c'è una notizia ancora migliore: aumentare l'assunzione di spermidina attraverso gli alimenti riduce la mortalità per malattie cardiovascolari e cancro.
Studi di laboratorio suggeriscono che i benefici della spermidina dipendano dalla sua capacità di indurre l'autofagia, un fenomeno associato alla promozione della longevità e dell'invecchiamento in salute. Sostanzialmente si tratta di un processo di riciclo a livello cellulare che prevede la degradazione di “vecchi” organelli, proteine e macromolecole, i cui scarti vengono riutilizzati con l'effetto di promuovere la “manutenzione” e la sopravvivenza delle cellule. Non si tratta di un fenomeno di poco conto: suoi malfunzionamenti possono contribuire alla comparsa di numerose malattie.
Anche i benefici della spermidina in caso di obesità dipenderebbero almeno in parte dall'induzione di fenomeni di autofagia. In questo caso a essere coinvolto sarebbe il tessuto adiposo bianco (che non è altro che quello di cui vorremmo sbarazzarci quando il nostro peso è eccessivo). Studi condotti sui topi suggeriscono che l'integrazione alimentare di spermidina promuova una significativa perdita di peso negli animali sottoposti a una dieta “ingrassante”, aiutandoli anche a migliorare la resistenza all'insulina (associata alla comparsa del diabete). Non solo, la spermidina promuoverebbe anche la crescita di batteri intestinali appartenenti alla famiglia delle Lachnospiraceae e questa proliferazione è associata al miglioramento dello stato della barriera intestinale indotto dalla spermidina promuovendo l'autofagia.
L'alterazione della barriera intestinale aumenta i fenomeni infiammatori e, di conseguenza, i rischi per la salute. L'infiammazione cronica, anche se di basso grado, è infatti associata a moltissime patologie, incluse quelle tipiche dell'invecchiamento (come il diabete mellito e i tumori).
L'assunzione quotidiana raccomandata di spermidina è stata stimata in 30 mg per gli uomini e 25 mg per le donne. Trattandosi di stime basate su consumi alimentari a loro volta stimati e generalizzati, queste raccomandazioni devono essere prese, come si suol dire, con le pinze. Usandole come base di partenza per un ragionamento sul tema, la possibilità che al momento tu non ne stia assumendo abbastanza sembra concreta. Infatti i dati a disposizione suggeriscono che gli europei assumano in media 13 mg di spermidina al giorno.
Nel caso specifico di noi abitanti dell'Italia, stiamo più o meno nella media, con un'assunzione di 12 mg di spermidina al giorno. Probabilmente saremmo messi decisamente meglio se oltre a decantare i benefici della “nostra” Dieta Mediterranea ci impegnassimo anche a seguirla davvero. Infatti il contenuto di spermidina dello stile alimentare tipico della Dieta Mediterranea è significativamente più elevato rispetto a quello della media dei regimi alimentari seguiti nell'area del sud dell'Europa. I numeri sopra citati ci dicono, però, che ci sono ampi margini per migliorare l'assunzione di questa molecola anche in quella che si considera la patria di questo stile di vita.
Ecco quindi un consiglio pratico per arricchire la tua assunzione di spermidina: porta nel piatto tanti alimenti di origine vegetale. Oltre a quelli che ti ho nominato, altri cibi che la contengono sono prodotti a base di cerali integrali (come il pane), mele e pere, insalata e patate, e proprio questi cibi sono considerati quelli che ti possono aiutare ad aumentare più facilmente l'assunzione di spermidina. Inoltre, puoi aggiungerne un pizzico in più anche con qualche alimento di origine animale, come i formaggi (soprattutto quelli stagionati) e il fegato di bovino; tuttavia, i livelli di spermidina all'interno di questi cibi può variare molto in funzione della loro origine.
Le ammine presenti nel formaggio derivano con tutta probabilità dall'attività dei microbi responsabili della fermentazione del latte. Purtroppo, oltre alla spermidina questi alimenti possono anche contenere molecole indesiderate, come l'istamina, che in alcune persone può scatenare reazioni altrettanto indesiderate.
Ma sembrano esserci anche altri modi per aumentare la spermidina nel tuo organismo. Infatti studi preliminari suggeriscono che anche le classiche diete ipocaloriche e il digiuno possano far incrementare i suoi livelli. Ti sconsiglio, però, il fai da te: il digiuno ha delle controindicazioni e le diete ipocaloriche non devono essere né eccessivamente restrittive né disequilibrate dal puto di vista nutrizionale. Se ti stuzzica l'idea di tentare questi approcci, affidati a un esperto di nutrizione che sappia di cosa stiamo parlando.