
Sapevi che al mondo esiste così tanta plastica che diversi studi hanno dimostrato come alcuni batteri abbiano sviluppato nuovi enzimi in grado di degradarla? Già, e in più ti dirò che, come puoi immaginare, più aumenta la popolazione e più questo materiale va verso una crescita inarrestabile. Per questo i ricercatori studiano costantemente nuovi modi per trasformare la plastica e poterla riciclare. Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, è stato creato un nuovo enzima artificiale, FAST-PETasi (modificandone uno già elaborato nel 2016, il PETasi), in grado di degradare il PET in un arco di tempo che va da sole 24 ore a una settimana.
A livello istituzionale invece, l’Unione europea ha provato a frenare questa tendenza nel 2021 con una direttiva che vieta la plastica monouso a partire dal 2022. In Italia la “Single use plastic” è entrata in vigore il 14 gennaio, anche l’emergenza dovuta al Covid19 ha ridotto il consumo nel 2020, ma la produzione ha subito un nuovo rimbalzo nel 2021.
Questi dati non sono ancora sufficienti. Infatti, secondo il report OECD Global Plastics Outlook del 2021 “su 460 milioni di tonnellate di plastica prodotte nel 2019 nel mondo, la produzione di rifiuti si è stabilizzata a 353 milioni di tonnellate.”. Male, significa che non sappiamo raccogliere e smaltire in maniera adeguata.
Devi sapere però che ci sono nuove speranze sullo smaltimento dei rifiuti che derivano dalla scoperta di nuovi enzimi. Uno studio dell’Università del Texas pubblicato su Nature ha scoperto che esiste un nuovo modo di degradare la plastica e smaltire tonnellate di rifiuti, creando un enzima artificiale. Infatti, se non ne eri a conoscenza, i rifiuti in plastica molto spesso finiscono in discarica. È un problema: la plastica in discarica produce nel tempo sostanze tossiche che possono inquinare l’aria, la terra e l’acqua. E i danni di questo inquinamento li subisci anche tu.
Nella ricerca gli studiosi hanno emulato il comportamento di un’idrolasi, un enzima naturale in grado di dividere una molecola più grande in molecole più piccole. Una scoperta importante che servirà soprattutto a favorire il processo di riciclaggio delle aziende, le più grandi realtà di produzione di rifiuti di plastica.
Ma come funziona questo processo? Come puoi leggere nello studio, il PET rappresenta il 12% dei rifiuti solidi globali, l’obiettivo è quindi quello di lavorare sulla riconversione del materiale in altri prodotti. Questo enzima, il FAST-PETasi, è in grado di scomporre la plastica in poco tempo. Sono stati trattati 51 prodotti diversi ed è stato osservato che questo enzima è stato in grado di degradarli tutti dalle 24 ore a massimo una settimana.
Devi sapere che FAST-PETasi li depolimerizza, ovvero scompone molecole grandi in più piccole, per poi ripolimerizzarli, ovvero trasformarli in plastica nuova. Questo processo a livello industriale è fondamentale, perché riduce una nuova domanda di combustibili fossili, che in regime di contingenza energetica sarebbe un danno sia energetico che economico, e inoltre riduce l’impatto ambientale dovuto alla produzione di nuova plastica.