Crisi idrica, anche l’Italia a rischio: bisogna riscoprire il valore dell’acqua

L’acqua potabile, secondo un rapporto Unicef-Oms, è un miraggio per una persona su tre nel mondo, e un quarto della popolazione mondiale rischia la crisi idrica. E l’Italia è al 44° posto della classifica del rischio. Un motivo in più per difendere questa risorsa, preziosa come nessun’altra: nel quotidiano con comportamenti virtuosi, ma anche investendo e lavorando per proteggerla.
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Ciaopeople Studios 24 Novembre 2020

Anche se noi spesso la diamo per scontata e spesso la sprechiamo, per centinaia di milioni di persone l’acqua è un bene più prezioso dell’oro, perché un terzo dell’umanità non ha un accesso sicuro all’elemento base della vita. È l’allarmante dato di un rapporto presentato lo scorso anno da Unicef e Oms. Ma le cose potrebbero addirittura peggiorare: secondo il rapporto Onu sulle acque mondiali, infatti, nel 2050 potrebbero essere tra 4,8 e 5,7 miliardi le persone che si troveranno a fronteggiare la carenza di risorse idriche. Una situazione drammatica rischia di colpire pesantemente anche l’Italia, inserita da un rapporto del World Resources Institute al 44esimo posto al mondo tra le 68 nazioni a maggior rischio idrico.

Il motivo? Da un lato, nonostante l’aumento di eventi atmosferici estremi (che spesso invece danneggiano le infrastrutture), in media nel nostro Paese piove meno (con un calo del 31% di precipitazioni rispetto alla media di lungo periodo, secondo i dati del Cnr) e quindi le falde acquifere faticano a ricostituirsi. E dall’altro perché spesso diamo per scontata l’acqua, che un falso mito dipinge come “bene pubblico” (cioè illimitato e disponibile per tutti), mentre il realtà è un “bene comune”, cioè una risorsa da salvaguardare perché la sua disponibilità, presente e futura, dipende da come viene utilizzata.

È quindi chiaro che la “questione acqua” non è più una tematica “lontana” e “di altri”, ma al contrario ci riguarda sempre più da vicino, e fa parte del più ampio problema della sostenibilità e dei cambiamenti climatici, determinati non solo dalle emissioni di gas serra ma anche dallo sfruttamento eccessivo delle risorse. Compresa l’acqua, per la quale bisognerebbe iniziare a pensare in termini di water footprint, accostandola al carbon footprint.

Perché è chiara l’urgenza di iniziare ad adottare comportamenti responsabili, combattendo e contrastando gli sprechi e, in generale, usando meglio (e meno) l’acqua. Sia in famiglia, sia a livello di collettività. Qualcuno già lo fa da tempo: Hera, multiutility che della gestione sostenibile di una risorsa preziosa e fondamentale come l’acqua ha fatto una missione, lo scorso anno ha condotto oltre un milione di analisi sull’acqua che fornisce a 3 milioni e 600mila persone in 228 diversi Comuni. Significa quasi 2.900 analisi ogni giorno per valutare costantemente la qualità dell’acqua che sgorga poi dai rubinetti del servizio idrico integrato gestito dal gruppo. Che lo scorso anno ha investito 175,8 milioni di euro per migliorare il servizio e per rendere sempre più efficienti e a prova di spreco i 1.952 punti di prelievo d’acqua diffusi sul territorio servito, i 420 impianti di produzione e potabilizzazione e il depuratore di Bologna (che da solo è in grado di recuperare 966mila metri cubi d’acqua l’anno). Con l’obiettivo di tagliare i consumi idrici interni del 15% entro il 2023 e del 25% entro il 2030, e di ridurre la domanda idrica domestica del 5% entro il 2023 e del 15% entro il 2030 aumentando al tempo stesso i controlli sull’acqua utilizzata dalle aziende che ne consumano maggiormente.

Dati che, disponibili nel rapporto “in buone acque” pubblicato annualmente dal gruppo, testimoniano un impegno continuo per la salvaguardia delle “nostre” acque. Per proteggere le quali, però, dovremmo impegnarci tutti maggiormente. Sia con comportamenti virtuosi per risparmiare acqua, sia bevendo più acqua del rubinetto: più economica, più ecologica perché non produce rifiuti di plastica, comoda perché sempre disponibile e buona, perché controllata continuamente alla fonte. E per sapere tutto sull’acqua di casa, Hera mette a disposizione un’app ad hoc: L’Acquologo, che rivela anche quanto si può risparmiare (in denaro e in sostenibilità) bevendo l’acqua del rubinetto.