
Immagina di indossare una maglietta realizzata a partire dai sacchetti della spesa e dalle pellicole per alimenti in cui di solito avvolgi le cipolle e il formaggio. Un gruppo di ricercatori guidato dal Mit (Massachussetts Institute of Technology) che ha coinvolto anche il Politecnico di Torino e l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM) ha messo a punto una nuova tecnologia in grado di trasformare il materiale di cui sono composti i sacchetti di plastica e le pellicole (ovvero il polietilene) in un tessuto leggerissimo con svariate proprietà. Prima tra tutte, la capacità di non trattenere il calore facendo evaporare in fretta l’umidità, quindi evitando macchie e sudore.
Lo studio che descrive lo sviluppo di questa tecnologia, definita perfetta per la creazione di indumenti sportivi, militari e per astronauti, è stato descritto in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Nature Sustainability.
Un tessuto, quello creato dal polietilene, che potrebbe aiutare a salvaguardare l’ambiente dall’infinita quantità di plastica che vi si riversa ogni anno. Il materiale, spiegano i ricercatori, viene trasformato da polvere grezza a fibra. Nel corso di questo processo il materiale arriva anche a cambiare le sue proprietà, diventando più compatibile con l’acqua rispetto a prima. Quando viene creato il filo dalle fibre, poi, vengono lasciati degli spazi che consentono l’assorbimento dell’acqua e la sua successiva evaporazione. Inoltre è difficile sporcarlo perché non ci si può attaccare quasi nulla e si lava rapidamente.
Insomma, un ottimo esempio di recupero e riutilizzo dei rifiuti plastici provenienti direttamente dalle nostre case, che potrebbero tornare nelle nostre vite sotto forma di vestiti altamente performanti.