Da Zurigo, il condensatore per ricavare acqua potabile 24 ore al giorno, 7 giorni su 7

Una bella notizia arriva da Zurigo: un nuovo condensatore permetterà di ricavare acqua potabile dall’atmosfera senza sprechi di energia.
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Sara Polotti 3 Giugno 2022

L'ETH di Zurigo, o Eidgenössische Technische Hochschule Zürich, è un'università pubblica di ricerca che si trova esattamente nella città svizzera, un istituto federale per la tecnologia. È qui che alcuni ricercatori e ricercatrici stanno sviluppando uno strumento che risolverà davvero moltissimi problemi riguardanti l'acqua potabile: il loro condensatore, infatti, promette di ricavarla dall'acqua, estrapolando le particelle di vapore acqueo. E rispetto ad altri condensatori, promette di farlo per tutto il giorno e per tutta la notte, a prescindere dal clima e dalla luce ambientale.

I normali condensatori

Nel mondo, esistono già dei macchinari a condensazione per ricavare l'acqua potabile dal vapore acqueo presente nell'aria. Servono, di fatto, per procurare acqua potabile nelle zone lontane dal mare e particolarmente secche, che non possono così insalinizzare l'acqua o ricavarla direttamente dolce. Il problema di questi condensatori, tuttavia, è evidente: possono infatti estrapolare l'acqua solo di notte, quando la luce del sole non scalda la scocca esterna dei macchinari impedendo la condensazione, e richiedono allo stesso tempo moltissima energia.

L'ETH di Zurigo, quindi, ha pensato bene di trovare una soluzione che permettesse ai condensatori di funzionare anche di giorno, anche con la luce del sole. Il nuovo condensatore promette quindi di essere la prima soluzione a zero-energia per ricavare l'acqua dall'atmosfera, azionando il condensatore in un ciclo continuo sulle 24 ore.

Il sistema auto-raffreddante

A permettere il ciclo continuo di condensazione dell'acqua dall'atmosfera è un sistema di auto-raffreddamento della superficie del macchinario, unitamente a uno speciale scudo radiante che, appunto, riflette i raggi solari. Ecco perché energia zero: non servono sistemi di raffreddamento, perché sta tutto nei materiali e nella composizione della superficie.

"Il nuovo macchinario", si legge sul loro sito, "consiste essenzialmente in un pannello di vetro con rivestimento speciale, che riflette la radiazione solare e irradia anche il proprio calore attraverso l'atmosfera verso lo spazio esterno. Può così raffreddarsi fino a 15 gradi Celsius al di sotto della temperatura ambiente. Sul lato inferiore di questo vetro, il vapore acqueo presente nell'aria si condensa diventando acqua. Il processo è lo stesso che si può osservare su finestre mal isolate in inverno".

I risultati dei test

Fino ad ora, i test condotti dall'università di Zurigo stanno dando buone speranze: secondo gli studiosi e studiose, questa nuova tecnologia può produrre almeno il doppio di acqua potabile rispetto ai vecchi condensatori in alluminio. Il loro prototipo, con un pannello del diametro di 10 centimetri, è riuscito a estrapolare 4,6 millilitri di acqua al giorno, in condizioni reali e normali. Strumenti di dimensioni maggiori, con pannelli decisamente più grandi, potranno quindi produrre acqua in proporzione crescente, fino a ricavare 0,53 decilitri di acqua per metro quadro ogni ora. Una cifra che, come sottolineano, si avvicina al teorico valore massimo di 0,6 decilitri per ora, un numero fisicamente impossibile da superare.