Quando un paziente entra in sala operatoria per un intervento chirurgico eseguito con il supporto del bypass cardiopolmonare, a volte esce con un problema risolto e con uno, invece, del tutto nuovo chiamato insufficienza renale acuta.
Ora, però, abbiamo trovato il modo per prevenire questo disturbo.
Lo scenario che ti ho appena descritto si verifica più di quanto credi. Molti studi infatti dimostrano che lo stress operatorio può gravare in maniera seria sui reni favorendo così il rischio di sviluppare un disturbo definito insufficienza renale acuta.
Si tratta di una condizione estremamente diffusa – colpisce il 10-15% di tutti i pazienti ospedalizzati nel mondo (vuol dire quasi mezzo miliardo di persone) e il 50% dei pazienti ricoverati in terapia intensiva – e pure assai pericolosa visto che può evolvere in una malattia renale cronica aumentando così il rischio mortalità e morbilità.
Tieni conto che nei pazienti critici colpiti da insufficienza renale, il tasso di mortalità a 90 giorni può anche avvicinarsi al 40%.
Se fino a ieri non avevamo a disposizione un intervento preventivo, oggi siamo entrati letteralmente in un mondo nuovo e nel quale, per la prima volta, abbiamo un rimedio: una somministrazione endovenosa di amminoacidi.
La scoperta del modo per prevenire la comparsa di un’insufficienza renale acuta in seguito a intervento chirurgico con bypass cardiopolmonare arriva da uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e pubblicato sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine.
I ricercatori hanno coinvolto nello studio 3.511 pazienti provenienti da 22 centri, tra i quali Italia, Croazia e Singapore, somministrando per via endovenosa la terapia a base di amminoacidi a un primo gruppo di 1.759 pazienti adulti prima e dopo un intervento di chirurgia cardiaca con bypass cardiopolmonare: ai restanti 1.752, invece, è stato somministrato un placebo.
Analizzano i risultati hanno visto che l’insufficienza renale aveva colpito 474 pazienti del gruppo sottoposto alla terapia (quindi il 26,9%) rispetto a 555 pazienti del gruppo placebo (31,7%).
Gli amminoacidi avevano segnato dunque una diminuzione della probabilità di comparsa di insufficienza renale del 5%.
Fonte | IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano