Dalla pandemia alla guerra, nell’ombra di una crisi climatica: le ripercussioni sulla salute mentale nel 2022

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Due anni di pandemia, un conflitto mondiale e una crisi climatica. Ansia e depressione aumentati del 25 per cento. Uno scenario che inevitabilmente porta a una maggiore consapevolezza in termini di salute mentale e fare passi avanti per la prevenzione la cura dei disturbi di natura psicologica.
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Gaia Cortese 29 Dicembre 2022

Possiamo dirlo, il 2022 ci ha messo a dura prova. Siamo usciti da una pandemia per trovarci non solo sotto la minaccia di un conflitto mondiale, ma  in una crisi climatica globale i cui effetti sono sempre più evidenti e sotto gli occhi di tutti.

E se già uno sguardo sulla situazione pre-pandemia indicava che circa il 13 per cento della popolazione mondiale, più o meno 971 milioni di persone, soffriva di una forma di disturbo mentale (secondo lo studio “Global burden of disease”, Ihme), la diffusione del Covid-19 non ha di sicuro migliorato la situazione e gli effetti di due anni di pandemia si vedranno anche nel 2023, così come quelli della crisi climatica in atto.

Due anni di pandemia (e isolamento sociale)

Se prima del Covid-19 quasi un miliardo di persone aveva già problemi di natura psicologica, tra il 2020 e il 2021 ansia e depressione sono aumentati del 25 per cento.

La pandemia ha avuto un impatto notevole sulla vita di tutti. Ansia, stress e depressione sono alcune delle manifestazioni più evidenti nelle persone che sono state esposte al pericolo del virus, alle misure di quarantena e di distanziamento sociale. Anche l’isolamento imposto ha infatti avuto conseguenze negative sulla salute mentale, favorendo l’insorgere di disturbi tra cui ansia, attacchi di panico, depressione, difficoltà affettivo-relazionali e disturbi da stress post-traumatico.

“Come effetto della pandemia, ansia e depressione sono aumentati del 25%.

Secondo un’indagine Ipsos (“La salute mentale preoccupa più del cancro”, 2022), condotta in occasione della Giornata Mondiale della Salute mentale 2022, la salute mentale è diventata il secondo problema di salute percepito a livello internazionale, subito dopo il Covid-19. La ricerca, condotta in 34 Paesi tra cui l’Italia, ha tuttavia evidenziato un maggior interesse verso il benessere psicologico: l’80 per cento degli italiani, per esempio, dichiara che salute mentale e salute fisica sono ugualmente importanti, ma solo il 40 per cento può affermare che il sistema sanitario attribuisca la medesima importanza a entrambe.

I disturbi di natura psicologica sono spesso accompagnati da vergogna e pregiudizio.

Eppure ricorderemo il 2022 come l'anno del "Bonus psicologo", un contributo economico per pagare le sedute presso psicologi o psicoterapeuti, reintrodotto nell'emendamento Milleproroghe e firmato dal Ministro della Salute Roberto Speranza. Non solo. In occasione della Giornata Mondiale della Salute mentale (World Mental Health Day), celebrata ogni anno il 10 ottobre per promuovere la consapevolezza e la difesa della salute mentale contro lo stigma sociale, il tema scelto è stato quello di “rendere la salute mentale e il benessere di tutti una priorità globale”. Ci siamo riusciti? Le richieste hanno superato la disponibilità dei fondi, ma grazie ad un emendamento approvato in commissione Bilancio alla Camera le risorse stanziate ammonteranno a 5 milioni di euro per il 2023 e ad 8 milioni di euro a decorrere dal 2024.

Scoppia la guerra in Ucraina

Nel febbraio del 2022 l’Ucraina è stata invasa dalla truppe di Mosca. La guerra è arrivata in Europa e ha inevitabilmente riportato alla memoria i conflitti scoppiati nei territori dell’area Balcanica e del Kosovo negli anni Novanta. In pochi giorni siamo passati ad archiviare le notizie sulla circolazione del Covid-19, fortunatamente in calo in seguito alla campagna vaccinale, per essere bombardati da notizie poco confortanti dal fronte militare dell’Ucraina.

Pensare che la guerra abbia effetti negativi solo sulla salute mentale di chi ne è direttamente coinvolto è un errore. L’impatto è forte anche su chi ne è testimone, su chi quotidianamente ne legge notizie e deve spiegare ai propri figli cosa sta succedendo a migliaia di chilometri (e non sono così tanti) dalla propria casa.

Questa guerra l’abbiamo sentita e la sentiamo tutti più vicina. È bastato guardarsi intorno per accorgersi che adulti e bambini scappati dal conflitto erano ormai tra di noi per sentire la loro angoscia e preoccupazione. È bastato questo per sperimentare un sovraccarico mentale, una fatica emotiva  che si manifesta attraverso chiari sintomi: sbalzi di umore, nervosismo, difficoltà a compiere anche i più gesti quotidiani. Perché tutto perde significato davanti alla paura della morte.

I segni della crisi climatica

Secondo il Copernicus Climate Change Service l'estate del 2022 è stata, in Europa, la più torrida di sempre, caratterizzata da temperature, ondate di calore e periodi di siccità da record.

D'altronde gli effetti dei cambiamenti climatici si legano inevitabilmente alla temperatura e alle condizioni meteorologiche estreme, ma anche al peggioramento della qualità dell’aria, al degrado del suolo, all’impoverimento di mari e oceani, all’aumento delle allergie e del rischio di malattie infettive. Tutte queste condizioni portano al deterioramento del pianeta, ai conflitti civili e alle migrazioni e, ultimo ma non meno importante, a un impatto rilevante sulla salute mentale dell’individuo. E tra i problemi più evidenti, ancora una volta, ci sono ansia e depressione.

Lo scorso giugno, l’OMS ha pubblicato un Policy Brief che descrive le connessioni esistenti tra il cambiamento climatico e la salute mentale evidenziando quanto possano aumentare i rischi per il benessere psicosociale dell’individuo.

L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il principale organismo internazionale che valuta le più recenti informazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche prodotte a livello mondiale per la comprensione dei cambiamenti climatici, ha evidenziato l’attuale aumento delle malattie correlate al clima e non si parla solo di paura, ansia e sofferenza.

Tra le nuove generazioni sono state addirittura coniate nuove espressioni per descrivere determinati malesseri e stati di animo. Si parla di solastalgia, un'espressione che deriva dalla combinazione delle parole “solace” (conforto, consolazione) e nostalgia, a indicare il senso di malessere che invade la persona quando l’ambiente circostante quotidiano è stato violato o abbandonato; c'è chi parla di ecoansia per descrivere la sensazione di disagio al pensiero degli effetti dei cambiamenti climatici; o ancora, c'è il lutto ecologico, che descrive la reazione psicologica alle perdite ambientali, particolarmente sentito dalle persone che hanno rapporti stretti con l’ambiente naturale per ragioni culturali, di vita o di lavoro.

E il 2023?

Stigma e discriminazione sociale continuano a essere un ostacolo per la salute mentale, in termini di prevenzione e accesso alle cure adeguate. In occasione della Giornata dedicata alla salute mentale, nel 2021 è stato presentato a Bruxelles Headway Mental Health Index 2.0, un'istantanea multidimensionale della salute mentale nei paesi europei. L'obiettivo di questa ricerca, ideata e lanciata nel 2017 da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Angelini Pharma, è quello di creare una piattaforma multidisciplinare di strategia e confronto tra le diverse esperienze europee.

Se diversi stati europei hanno compiuto passi avanti per la prevenzione e la cura delle malattie mentali, altri sono ancora in ritardo. In questo scenario, l'Headway Mental Health Index 2.0 può essere uno strumento utile per il monitoraggio e la pianificazione delle politiche sanitarie, assistenziali, educative e ambientali sulla salute mentale nei diversi paesi europei, con lo scopo di migliorare le aree critiche e far leva sulle buone pratiche.

Non cogliere questa occasione oggi sarebbe un'opportunità persa, perché il tema della salute mentale deve essere affrontato in modo strategico, in quello che sarà considerato l'Anno Europeo dedicato alla salute mentale.