
Nel 2021 abbiamo visto in maniera tangibile come non mai gli effetti della crisi climatica e l'importanza di combatterla. La Cop26 non ha portato a un accordo decisivo e incisivo, anche se alcuni risultati sono stati raggiunti, e i nostri sistemi produttivi e di trasporto rimangono ancora troppo legati alle fonti fossili.
Per fortuna, tuttavia, gli investimenti nella transizione energetica continuano a crescere, confermando un trend ormai inarrestabile e soprattutto che, oggi, gli investimenti green non sono solo utili al pianeta, ma redditizi.
Secondo il report Energy transition investment trends 2022 di Bloomberg new energy finance (Bnef), nel 2021 gli investimenti globali nella transizione energetica hanno raggiunto i 755 miliardi di dollari, con un aumento del 27% rispetto al 2020.
«Un nuovo record, sulla scia della crescente ambizione climatica e dell'azione politica dei paesi di tutto il mondo», si legge nel report. Quasi il 50% di tutti gli investimenti sono arrivati dall'Asia, con la Cina che, pur rimanendo il principale inquinatore mondiale e il primo consumatore di carbone come fonte energetica, guida la classifica degli investimenti green.
«Gli investimenti sono cresciuti in quasi tutti i settori indagati dal report, come le energie rinnovabili, l'accumulo di energia, i trasporti elettrificati e i sistemi di riscaldamento elettrificati, il nucleare, l'idrogeno e i materiali sostenibili». Proprio l'energia rinnovabile, con 366 miliardi di dollari impegnati nel 2021, ha ricevuto i maggiori investimenti (+6,5% sul 2020 e nuovo record), ma i trasporti elettrificati (dalle auto elettriche alle infrastrutture di ricarica) hanno raggiunto quota 273 miliardi, e nel 2022 potrebbero superare le energie rinnovabili, se la vendita di auto elettriche continuasse ad aumentare in maniera significativa.
Per raggiungere l'obiettivo net zero, l'azzeramento delle emissioni nette di gas serra entro il 2050, gli investimenti devono triplicare nei prossimi anni, in modo da raggiungere una media di 2,1mila miliardi l'anno tra il 2022 e il 2025, secondo gli esperti di Bnef.
Devono poi raddoppiare di nuovo, fino a una media di 4,2mila miliardi di dollari tra il 2026 e il 2030.