L’estate 2021 è un manifesto degli effetti della crisi climatica (e dell’azione dell’uomo)

Ovunque il mondo brucia. I roghi sono causati dall’incuria, dalla cattiva gestione e dalle intenzioni criminali delle persone, e alimentati dalla crisi climatica. Per entrambe tutte queste cose, i responsabili siamo noi.
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Gianluca Cedolin 18 Agosto 2021

Tra spaventose alluvioni, caldo anormale ed estesi incendi, l'estate del 2021 sta diventando un manifesto degli effetti della crisi climatica, e del futuro che ci attende: se non interveniamo subito e drasticamente per fermare l'emergenza, gli eventi climatici estremi e catastrofici aumenteranno sia in frequenza sia in violenza, distruggendo ecosistemi, paesaggi, vite umane. La Noaa, l'agenzia federale statunitense che si occupa di oceanografia e climatologia, ha rilevato a luglio 2021 una temperatura media globale di 16,73 gradi combinando quella terrestre e quella oceanica, un record mai raggiunto in 142 anni di misurazioni.

Il caldo anormale (abbiamo ritoccato anche il primato di temperature europeo, con i 48,8 gradi di Siracusa) ha agito da catalizzatore per i tantissimi, devastanti incendi che stanno sconvolgendo il mondo, dal Sud Italia alla Turchia, passando per la Grecia, la California e addirittura la Siberia, dove un fronte di fuoco lungo 2mila chilometri sta causando danni gravissimi e altissime emissioni di CO2. I cambiamenti climatici non sono gli unici responsabili dei roghi, certo: «Degrado, consumo insostenibile, deforestazione, mancata gestione, abbandono sono tutti ingredienti per incendi devastanti – denuncia il Wwf -. Innescati alle mani scellerati di piromani o da quelle criminali di piccoli e grandi interessi, gli incendi si trasformano in un istante in veri e propri mega fires».

Ma per quale motivo roghi dolosi e non si trasformano in giganteschi incendi impossibili da controllare? Ecco che qui interviene la crisi climatica, come ha chiarito sempre il Wwf: «Quasi tutti gli habitat che si tratti di foreste, di steppe, di praterie, di savane, risentono in maniera significativa dai cambiamenti prodotti dal riscaldamento del pianetasi legge sul sito dell'organizzazione ambientalista: cambiamenti nel ciclo delle piogge, nella quantità di acqua e umidità presente nel terreno, nell’energia dei venti, nelle frequenti siccità, nell’inaridimento, nella progressiva desertificazione che avanza nel pianeta al ritmo di 11 milioni di ettari l’anno». Se la frequenza, l'estensione e la violenza degli incendi sono aumentate nell'ultimo secolo, dunque, i responsabili siamo noi. E siamo noi anche gli unici a poter intervenire per fermare il disastro.