
Non c’è tregua per l’Amazzonia. Nonostante gli occhi di tutto il mondo siano da tempo puntati sulla situazione del polmone verde del Pianeta, solo a gennaio 2022 sono stati disboscati 430 chilometri quadrati di foresta, una quota cinque volte maggiore rispetto a quella registrata nello stesso mese lo scorso anno.
Secondo le rilevazioni dell’Agenzia Spaziale Brasiliana, per quanto riguarda la deforestazione quello appena trascorso è stato il gennaio peggiore di sempre: l'area disboscata misura oltre sette volte la superficie di Manhattan. A essere colpite sono state soprattutto le zone di Mato Grosso, Rondônia e Pará.
"Anche a gennaio, quando la deforestazione è solitamente più bassa a causa della stagione delle piogge nella regione amazzonica, la distruzione è drammaticamente salita alle stelle. Solo poche settimane fa, questo governo aveva ritardato il rilascio dei numeri annuali sulla deforestazione che rivelavano un massiccio aumento e poi ha detto al mondo che stava risolvendo la deforestazione alla Cop26 di Glasgow. I nuovi dati espongono ancora una volta come le azioni del governo contraddicano le sue campagne di greenwashing", ha dichiarato Cristiane Mazzetti di Greenpeace Brasile.
In effetti, solo pochi mesi fa alla Cop26 di Glasgow, oltre 100 paesi si erano impegnati per fermare la deforestazione entro il 2030. Ma, a quanto pare, finora questo non è bastato.
"Il governo ha creato un'occasione d'oro per chi vuole disboscare illegalmente le foreste o impadronirsi di terre pubbliche – continua Mazzetti – C'è una deliberata mancanza di ispezioni ambientali e molti di coloro che stanno dietro questa ondata di deforestazione illegale si aspettano anche che il congresso brasiliano approvi una legislazione che premierà il land-grabbing, una pratica collegata ad almeno 1/3 di tutta la deforestazione in Amazzonia."
Questo record negativo, secondo gli ambientalisti, è ancora una volta da attribuire alle politiche portate avanti dal 2019 dal presidente brasiliano Jair Bolsonaro, che in più occasioni ha dato prova di anteporre gli interessi economici alla tutela dell’Amazzonia.
Proprio alcune settimane fa, Greenpeace era tornata a denunciare le azioni di Bolsonaro attraverso il report “Dangerous man, dangerous deals”: da quando il presidente è alla guida del paese, la deforestazione amazzonica è aumentata del 75,6%, così come sono cresciuti gli allarmi per gli incendi forestali le emissioni di gas serra da parte del Brasile.