
Il governo guidato da Mario Draghi ha varato ieri nuove misure per contrastare il caro-bollette dovuto alla crescita dei prezzi dei combustibili. Aumenti che, come ormai ben sai, si sono riflessi anche nella crescita dei prezzi della benzina, del gasolio e dei vari carburanti.
A decidere le misure il Consiglio dei Ministri, convocato in mattinata per prolungare i tagli ai prezzi dei combustibili e poi nel pomeriggio per approvare il pacchetto di provvedimenti di taglio sociale e relativi alla transizione energetica.
Sul fronte carburanti, il taglio dei prezzi di benzina e gasolio attualmente in vigore, pari a circa 25 centesimi per litro al prezzo finale al distributore, è stato prolungato fino all'8 luglio, per un investimento di circa 2 miliardi.
La novità principale è che l'Iva applicata al metano usato come carburante (il gpl) è stata fissata al 5%, mentre la relativa accisa è stata azzerata. Calerà dunque il prezzo del rifornimento. La decisione ha portato alla revoca dello sciopero chiamato per il 4,5 e 6 maggio dalle principali aziende operanti nel settore metaniero. Il governo ha inoltre disposto che la Guardia di Finanza dovrà monitorare il prezzo dei carburanti per evitare speculazioni e prevenire eventuali frodi.
Viene poi confermato il ‘bonus sociale energia‘ che varrà sempre per i nuclei con Isee inferiore ai 12mila euro. Sarà inoltre retroattivo al primo trimestre 2022, ovvero sarà godibile anche da chi non aveva ancora fatto in tempo a presentare la domanda.
Sul fronte degli aiuti alle famiglie e alle imprese, il governo ha varato uno stanziamento di circa 14 miliardi. Una cifra importante, che sarà ottenuta anche e soprattutto con l'aumento della tassazione degli extra-profitti delle aziende energetiche. Questa salirà dal 10 al 25%, registrando dunque un aumento significativo.
Per dipendenti e pensionati sono i 35mila euro di reddito annuale ci sarà un bonus da 200 euro una tantum, mentre per le aziende ad alto consumo di energia, e dunque fortemente colpite dai rialzi dei prezzi, è stata decisa l'estensione del credito d'imposta.
Sul fronte della transizione energetica, il bilancio è invece in chiaroscuro. Da un lato sono state approvate misure per snellire l'iter autorizzativo di impianti di energia rinnovabile, anche se non è stata istituita la figura del ‘supercommissario' dedicata unicamente a questo aspetto. Inoltre, è stata prorogata fino al 30 settembre la possibilità di richiedere il Superbonus 110% per le spese di efficientamento energetico sostenute entro il 2022 per le abitazioni unifamiliari (villette). Al 30 settembre dovrà essere però effettuato almeno il 30% dei lavori per cui è stata richiesta l'agevolazione.
Dall'altro, è stata approvata la norma che permetterà alla città di Roma di costruire il termovalorizzatore, un passo indietro importante sul fronte dell'economia circolare. La decisione ha portato anche a tensioni nella maggioranza di governo, con il M5S contrario alla norma che non ha votato l'intero provvedimento. Confermato anche il ritorno alla massima produzione per quattro centrali a carbone, una delle fonti più inquinanti, anche se questa misura dovrebbe essere temporanea, per un massimo di 24 mesi.
Nel pacchetto, come ha spiegato il Ministro della transizione Ecologica, Roberto Cingolani, è infine presente anche la norma che permetterà la messa in funzione di due rigassificatori, "uno ad inizio 2023 e l'altro possibilmente a fine 2023". I rigassificatori dovrebbero essere utilizzati per un periodo di tempo limitato e in funzione dell'indipendenza dal gas russo, che Cingolani ha previsto di raggiungere "entro la metà del 2024".