Dopo il vaccino è sopraggiunta la febbre, devo preoccuparmi?

Ora che la campagna vaccinale contro il Covid-19 sta procedendo via via più rapidamente (o almeno si spera), si cominciano a notare tutti i possibili effetti collaterali dei diversi vaccini. Tra questi, piuttosto diffuso è anche la febbre. Ma dovremmo preoccuparci? È il caso di assumere farmaci? Vediamolo insieme.
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Dott. Albert Kasongo Medico vaccinologo
23 Marzo 2021 * ultima modifica il 23/03/2021

Adesso che la campagna vaccinale è nel pieno del suo svolgimento l’attenzione si è spostata sulle reazioni del nostro corpo secondarie alla ricezione della dose. La domanda che molto spesso ci si pone riguarda l’insorgenza della febbre, ci si deve preoccupare? La risposta è: no! Vediamo il perché.

È ormai chiaro che l’obiettivo della vaccinazione sia quello di stimolare il nostro sistema immunitario a produrre degli anticorpi specifici nei confronti dell’agente patogeno verso cui vogliamo proteggerci, in modo tale da generare una risposta mirata nel caso in cui dovessimo venire in contatto con lo stesso in un secondo momento. La febbre (T>37,5°C) non è altro che una risposta immunitaria di fase acuta, indice che il nostro organismo sta rispondendo in modo adeguato allo stimolo che gli abbiamo dato.

Capiamo più nel dettaglio cosa avviene: il nostro corpo percepisce l’ingresso della nuova sostanza (il vaccino) come un insulto esterno e mette in atto tutti i meccanismi di difesa in suo possesso per, appunto, difendersi. Il primo fra tutti è una reazione infiammatoria locale nel sito d’iniezione. Avremo, infatti, nel punto in cui è avvenuta l’iniezione, gonfiore, arrossamento, dolore e difficoltà di movimento dell’arto coinvolto.

Il sistema immunitario lavorerà come se fosse in corso un'infezione vera e propria

In seguito, quando il vaccino sarà entrato all’interno dell’organismo, il sistema immunitario lavorerà come se fosse avvenuta un’infezione vera e propria, attuando, fra le altre cose (come ad esempio l'aumento di produzione di neutrofili da parte del midollo osseo), un innalzamento della temperatura (risposta immunitaria aspecifica o innata).

Nella maggior parte dei casi sarà una condizione che si risolverà da sé, senza il ricorso ad alcun farmaco. Va da sé, che se la temperatura dovesse superare i 38°C si potrebbero assumere farmaci antipiretici (paracetamolo) per evitare i danni dovuti dall’ipertermia. In generale, perciò, non c’è motivo di preoccuparsi. Anzi, l’insorgenza della febbre starà a significare che il nostro sistema immunitario sta lavorando per produrre una risposta anticorpale efficace.

Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli studi “Aldo Moro” di Bari, ha maturato esperienza in numerosi ambiti collaborando con diverse altro…
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