Dopo le proteste degli agricoltori, stop dell’Ue ai nuovi vincoli sui pesticidi: ma quali sono i rischi per salute e ambiente?

L’Unione europea ha ritirato il Regolamento che avrebbe delineato la progressiva riduzione dei pesticidi nel comparto agricolo entro il 2030: ora cosa cambierà?
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Francesco Castagna 7 Febbraio 2024

Lo avevano promesso e lo hanno fatto, gli agricoltori di quasi tutti i Paesi dell'Unione europea si sono recati a Bruxelles. La protesta era nata da alcuni comitati singoli a metà gennaio 2024 e si è man mano allargata ad altri gruppi della stessa categoria. Così le pressioni del comparto agricolo hanno spinto la Presidente della Commissione UE, Ursula Von Der Leyen, ha ritirare la legge sulla riduzione dell'utilizzo dei pesticidi all'interno dell'Unione europea. Tra le varie istanze presentate dagli agricoltori a Bruxelles, infatti, c'era proprio il ritiro di questo regolamento che avrebbe messo gli agricoltori europei in una condizione poco competitiva rispetto al mercato extra-comunitario.

Mentre Coldiretti, la premier italiana Giorgia Meloni e il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida plaudono la scelta della Presidente della Commissione UE, Legambiente e altre associazioni ambientaliste si sono espresse duramente: "Questo regolamento, che era attualmente in discussione, avrebbe potuto rappresentare uno dei fondamenti della nuova politica agricola comune, architrave di un più ambizioso green deal europeo e uno strumento importante per raggiungere gli obiettivi della strategia Farm to fork, quali la riduzione del 50% dell’uso di pesticidi chimici e la riduzione del 50% dell’uso di pesticidi più pericolosi entro il 2030", ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.

La stessa associazione infatti da tempo stila annualmente un report, dal nome "Pesticidi nel piatto", in cui si analizza la presenza di queste sostanze in buona parte della frutta, della verdura e degli alimenti che mangiamo tutti i giorni. Ma attenzione, i pesticidi non hanno necessariamente un effetto negativo sulla salute umana, tutto dipende da che tipo di sostanze si utilizzano. Mentre, a prescindere dalla tipologia, tutti i pesticidi possono avere una impronta notevole sull'ambiente, ma a questo ci arriveremo dopo.

In un articolo redatto sul sito dell'Istituto Superiore della Sanità emerge che: "I pesticidi hanno portato all'umanità molti vantaggi come, ad esempio, la possibilità di eliminare da alcuni territori malattie come la malaria, la malattia del sonno, la febbre gialla e di favorire un maggiore produzione agricola per fronteggiare l’aumento della popolazione mondiale. Accanto a questi vantaggi, i pesticidi rappresentano però un potenziale pericolo per la salute dell'uomo e per l’ambiente". Se si rimane soltanto nella sfera della salute umana, alcuni pesticidi (spiega l'Istituto Superiore della Sanità) possono "causare effetti al sistema nervoso centrale, l’impiego di altri determinare effetti sul fegato, altri ancora sulla fertilità". Sarebbe meglio quindi utilizzare quelli selettivi, ovvero sostanze che vanno a colpire solo un certo tipo di organismi viventi. Quest'ultimi infatti, una volta terminata la loro azione, non rimangono a lungo nell'ambiente con tutti i benefici che ne derivano: non inquinano le falde acquifere, l'aria e il suolo e, di conseguenza, non si accumulano negli esseri viventi, tra cui l'uomo.

Gli studi sulle possibili conseguenze sull'ambiente, legate all'utilizzo dei pesticidi per l'agricoltura, sono in continuo sviluppo. Ma una cosa è certa, da quel che si apprende secondo il report di ISPRA sul monitoraggio di queste sostanze (2022): "L’inquinamento chimico segue vie complesse e difficili da prevedere, la risposta dell’ambiente, inoltre, risente della persistenza delle sostanze e delle dinamiche idrologiche spesso molto lente, specialmente nelle acque sotterranee, che possono determinare un accumulo di inquinanti, e un difficile ripristino delle condizioni naturali".

Fonte| Legambiente; ISS;