
Carta nella carta, vetro col vetro, plastica con plastica, cibo nell’organico. Fin qui, tutti d’accordo. Ma cosa succede quando a dover essere buttato è un materiale che non siamo assolutamente sicuri di dove debba finire? Se ci si rompe una lampadina, bruciamo una pentola, lasciamo morire di sete la piantina sul balcone, in che modo possiamo liberarci di questi nuovi scarti non previsti? La risposta, purtroppo, non è così semplice. Infatti, per quanto in alcuni casi possa sembrarti scontato il tipo di bidone cui destinare il tuo inaspettato rifiuto, non è detto che il tuo Comune di residenza la pensi come te. Il mio consiglio, quindi, è di informarti sempre presso la tua amministrazione su dove smaltire correttamente ogni scarto che ti procura anche il minimo dubbio. Per semplificarti un po’ le cose, eccoti una lista di dieci rifiuti “particolari” che potresti trovarti a produrre senza sapere cosa fartene.
È un materiale plastico molto utilizzato in particolare per gli imballaggi sia di alimenti sia di oggetti ed elettrodomestici. Puoi trovarlo anche nella sua forma “espansa”, quella che ricorda una specie di schiuma. Ma dove buttarlo? Una regola valida per tutti è che le vaschette in polistirolo per gli alimenti, come ad esempio quelle in cui porti a casa il gelato, vanno sciacquate e pulite da eventuali residui per poi essere gettate nel cassonetto o nel sacco della plastica con gli altri materiali in polietilene. Stesso discorso valere per i pezzi di questo materiale che trovi una volta aperta la scatola contenente un nuovo elettrodomestico. Anche quel polistirolo, molto usato per gli imballaggi, dovrà finire nel sacco giallo. Tuttavia, ci sono Comuni in cui il polistirolo per imballaggi deve essere destinato al secco indifferenziato. Per questo ti consiglio di verificare la corretta destinazione del tuo rifiuto sul sito dell’azienda che nel tuo Comune si occupa di smaltire i rifiuti.
Se per il polistirolo la destinazione è abbastanza intuibile, trattandosi di un materiale plastico, per quanto riguarda le lattine la questione purtroppo non è altrettanto semplice. Generalmente le lattine sono fatte di alluminio, un derivato dalla bauxite e rappresentano quindi un metallo. Nella gran parte dei casi, questo rifiuto va gettato assieme alla plastica. Così accade a Milano e Roma, dove questo tipo rifiuto va nel sacco giallo assieme gli altri imballaggi e contenitori plastici, ma non ovunque. Se vivi a Bologna, infatti, le lattine faranno compagnia a bottiglie di birra e vasetti in vetro.
Se la piantina che avevi in casa ha esalato l’ultimo respiro, non ha senso tenerla lì a marcire. Essendo un materiale organico, seppur ormai morto, di base puoi gettarla tranquillamente nel cassonetto dell’umido (organico). Se invece ti sei dedicato alla potatura di rami e siepi nel tuo giardino, ti conviene rivolgerti al tuo Comune di residenza per procurarti appositi sacchi, da portare in appositi centri di raccolta, cassonetti urbani o che potrebbero anche essere poi ritirati con servizio di raccolta a domicilio.
Quando ti si fulmina una lampadina, una volta cambiata non sempre è subito chiaro dove gettare quella non più funzionante. Spesso infatti si finisce per abbandonarle in fondo a un cassetto oppure gettarle nel sacco dell’indifferenziata. Quest’ultima opzione, a dire la verità, è valida, ma solo ed esclusivamente per le vecchie lampadine a incandescenza e quelle alogene, che non sono più in commercio. Per quanto invece riguarda le altre sorgenti luminose come lampadine a LED, tubi fluorescenti, lampade fluorescenti, quelle a scarica ad alta intensità e quelle a vapori di sodio, queste sono classificate come RAEE perché identificate come rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Di conseguenza andranno portate in appositi centri di raccolta, negli ecocentri, e smaltite assieme agli altri RAEE o, in alternativa, conferite presso i grossi venditori di apparecchiature. La cosa fondamentale è NON GETTARLE MAI NEL VETRO!
Non capita spesso di doversi liberare di una pentola o di una padella, ma quando accade che succede? Istintivamente potresti pensare di gettarla nell’indifferenziata, eppure se rifletti un secondo ti accorgerai che molte di loro sono fatte di un unico materiale (a eccezione delle maniglie che però si possono svitare e riutilizzare). Se si tratta di pentole o padelle in acciaio o alluminio di piccole dimensioni, puoi tranquillamente gettarle nello stesso sacco in cui conferisci metalli e alluminio. Per quelle di dimensioni maggiori, invece, dovresti recarti a un Ecocentro in cui troverai un cassonetto apposito per differenziale. Se invece il materiale di cui sono composte coinvolge ghisa o altri composti antiaderenti, rivolgiti comunque a un centro di raccolta.
Per quanto riguarda le scarpe, inutile che ti dica che se sono ancora in buone condizioni la cosa migliore che tu possa fare è portarle in qualche centro di raccolta abiti per i più bisognosi o, dopo averle richiuse bene in un apposito sacchetto, gettarle nei cassonetti di raccolta indumenti sparsi per tutto il centro urbano. Nel caso in cui invece le scarpe di cui vuoi liberarti fossero davvero in condizioni pietose, non ti resta che lasciarle nel bidone del secco/indifferenziato e destinarle alla discarica.
Che sia di sigaretta o un residuo del focolare natalizio che hai acceso nel caminetto del soggiorno, la cenere può essere tranquillamente raccolta e buttata nell’organico. Infatti puoi anche utilizzarla direttamente come fertilizzante per le piante in giardino.
Se rompi accidentalmente un vaso o un piatto di ceramica, può darsi che la tua prima reazione sia quella di raccogliere tutti i cocci e buttarli nel vetro. Niente di più sbagliato! Infatti, la ceramica è composta di materiali molto diversi dal vetro (argilla, sabbia e altri minerali) che la rendono assolutamente non riciclabile. La sua destinazione è quindi il sacco dell’indifferenziato (o le stazioni ecologiche).
Anche il tetrapak può essere considerato un materiale ambiguo. Infatti, il dubbio se vada gettato nella carta oppure nel bidone giallo con gli altri imballaggi leggeri colpisce spesso chi inizia a interessarti a dove è meglio buttare quel tipo di rifiuto. Il tetrapak, di cui sono fatti i contenitori del latte, succhi di frutta e altre bevande, è un insieme di materiali completamente riciclabili, per questo è molto importante destinarlo al cassonetto giusto. Di base, questi contenitori, alla stregue di cartoni per bevande in generale, vanno gettati nella carta, naturalmente DOPO aver tolto il tappo di plastica che seguirà un’altra filiera. Ma ci sono anche Comuni in cui il tetrapak è destinato al sacco della plastica.
La carta stagnola altro non è che un semplice foglio di alluminio, che quindi è riciclabile al 100% (dopo essere stato accuratamente lavato) e può quindi essere conferito con i suoi simili proprio come le lattine, nel bidone di metalli e alluminio. Come ho già sottolineato, quindi, anche la carta stagnola potrà essere gettata assieme alla plastica in Comuni come Roma e Milano e invece nel vetro in altre città come ad esempio Bologna. Quello che puoi fare, come in qualunque altro caso in cui ti sorgano dei dubbi, è informarti sul sito del tuo Comune di residenza, così da fare davvero la differenza.