In Cina è nata una scimmia chimera, ovvero un animale creato in laboratorio dalla combinazione di cellule derivate da due embrioni geneticamente diversi ma appartenenti alla stessa specie.
È la prima volta che un simile risultato viene raggiunto nei primati, fino ad oggi aveva avuto successo solamente in popolazioni di ratti e topi.
E sebbene possa ancora oggi possa certamente apparire un esperimento complesso e ambiguo, secondo i ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze che l’hanno eseguito in futuro potrebbe contribuire non solo allo sviluppo di tecniche di conservazione delle specie ma, soprattutto, alla produzione animali da laboratorio sempre più efficaci per lo studio di malattie umane come quelle neurologiche.
Come hanno descritto sulla rivista Cell, i ricercatori hanno prima di tutto coinvolto delle scimmie cynomolgus, note anche come macachi mangiatori di granchi e da un embrione di 7 giorni hanno prelevato 9 linee di cellule staminali.
Dopo averle messe in coltura per stimolare e rafforzare la loro capacità di differenziarsi in diversi tipi di cellule necessarie per la crescita degli organi, le hanno etichettate con una proteina fluorescente verde. Un marker che sarebbe servito successivamente per individuare con previsione i tessuti nati dalle queste linee cellulari.
A quel punto gli embrioni sono stati quindi impiantati in una femmina di macaco da cui i ricercatori hanno poi ottenuto 12 gravidanze. Da questa sono nati 6 cuccioli vivi e solo uno di questi “chimerico”: aveva al suo interno cioè le cellule staminali delle due linee cellulari.
Il piccolo di macaco aveva poi polpastrelli e occhio estremamente luminosi, quasi fluorescenti: conseguenza delle proteine di cui ti ho parlato prima.
La percentuale di tessuto chimerico, nei tessuti del macaco nato vivo, variava dal 21 al 92% e ed è stata registrata all’interno di cuore, cervello, reni, fegato e tratto gastrointestinale.
Fonte | "Live birth of chimeric monkey with high contribution from embryonic stem cells" pubblicato il 9 novembre 2023 sulla rivista Cell