Ecco Eyesea, l’app che permette di segnalare le aree marine più inquinate e di intervenire in maniera mirata

L’obiettivo di Eyesea è quello di mappare in maniera più precisa l’inquinamento marino, coinvolgendo chi il mare lo percorre abitualmente. Attraverso lo smartphone è possibile inviare fotografie, coordinate geografiche e altre informazioni ad un database, aiutando così le autorità ad intraprendere azioni di pulizia mirate.
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Federico Turrisi 7 Marzo 2021

Non per scopo di lucro, bensì per amore del mare. È questa la filosofia che ha spinto Graeme Somerville-Ryan, antropologo di origine neozalendese ma residente in Grecia ed esperto in marketing per grandi armatori, a fondare l'organizzazione no-profit Eyesea e a sviluppare l'app omonima per tracciare una mappa più precisa possibile dell'inquinamento marino.

Il funzionamento dell'applicazione, lanciata nella sua versione beta lo scorso dicembre e sperimentata già da diverse compagnie di navigazione, è molto semplice: scarichi l'app sul tuo smartphone, scatti una fotografia al materiale inquinante che incontri – può essere un relitto, un ammasso di rifiuti di plastica, una rete abbandonata, una chiazza di petrolio – e ne segnali la presenza. Puoi cioè inviare in maniera anonima l'immagine, che viene contrassegnata con le coordinate GPS, a un centro di raccolta dati, che a sua volta può trasmettere la segnalazione ai soggetti incaricati di rimuovere l'elemento inquinante stesso.

La novità di Eyesea sta proprio in questo: la comunità marittima, ovvero chi solca ogni giorno il mare per trasportare merci e persone, viene coinvolta attivamente nell'azione di contrasto all'inquinamento marino. Non solo. La tecnologia di cui si serve Eyesea tiene conto anche delle correnti e del vento, in maniera tale poi da facilitare le eventuali operazioni di individuazione e rimozione del materiale inquinante. Semplice, no? Adesso l’obiettivo dell’ideatore è quello di intercettare anche il favore dei governi in tutto il mondo, in modo che Eyesea possa essere utilizzata anche dalle autorità che si occupano di bonifica degli ambienti marini per operazioni più mirate, sfruttando un database con informazioni sempre più dettagliate proprio grazie alle segnalazioni di chi naviga quotidianamente.