Eleonora Giorgi è stata operata per il tumore al pancreas: come si esegue questo intervento

L’attrice e regista è stata sottoposta a un intervento di asportazione del tumore al pancreas del quale aveva fatto annuncio nel 2023. I figli hanno rassicurato sui social che tutto è andato per il verso giusto. È una buona notizia perché si tratta di un’operazione estremamente complessa e delicata e che, in base a età, sede della massa ed estensione, può prevedere approcci terapeutici differenti.
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Kevin Ben Alì Zinati 28 Marzo 2024
* ultima modifica il 28/03/2024

Operazione andata bene. Brevi e concise ma rassicuranti. Sono le parole con cui Andrea Rizzoli e Paolo Ciavarro hanno dato notizie riguardo le condizioni della madre, Eleonora Giorgi.

L’attrice e regista, infatti, nei giorni scorsi è stata sottoposta a un intervento di asportazione di un tumore al pancreas, dal quale aveva annunciato di essere stata colpita alla fine del 2023.

L’operazione è arrivata dopo un ciclo di chemioterapia di tre mesi che, come ti avevamo raccontato, le aveva provocato un abbassamento delle difese immunitarie e un’infezione responsabile di una grave polmonite.

Questa patologia, ormai lo sai, rappresenta uno dei tumori più difficili e impegnativi da trattare a causa della velocità e dell’aggressività con cui si diffonde all’interno di un organismo.

A causa della sua capacità di resistere alle chemioterapie standard e alla radioterapia, le opzioni di trattamento per il tumore al pancreas spesso comprendono l’approccio chirurgico. La chirurgia, a sua volta, dipende sempre da diversi fattori come la sede e dall’estensione del tumore, l’età e il generale stato di salute del paziente.

Quando è possibile asportare il tumore, quindi quando non ci sono metastasi, l’opzione chirurgica è quella più efficace. Tieni presente però che purtroppo solo il 20% dei pazienti è candidato all’asportazione chirurgica della neoplasia, che nonostante i miglioramenti tecnologici resta comunque tra le più complesse tanto per medici quanto peri pazienti.

Forse non lo sapevi, ma esistono approcci chirurgici diversi per il tumore del pancreas.

La duodenocefalopancreasectomia, il più comune, prevede l’asportazione della porzione di pancreas accanto al duodeno (la testa), e del duodeno stesso, della cistifellea, della parte terminale del dotto biliare e, a volte, di una porzione di stomaco. Questi organi sezionati poi vengono tutti ricongiunti a un tratto dell’intestino tenue.

In ogni caso, si tratta di un intervento delicato e non privo di complicanze, come la perdita di succo pancreatico dalle suture (si verifica nel 15-20% dei casi) o la perdita di circa il 7% del peso corporeo.

La pancreasectomia sinistra, invece, viene seguita nei casi di neoplasie cistiche ed endocrine e prevede l’asportazione della parte del corpo e la coda del pancreas, spesso insieme alla milza.

Si parla di pancreatectomia centrale quando si devono trattare tumori benigni o a bassa malignità localizzati nel collo del pancreas. In questo caso si asporta la porzione centrale (o istmo) del pancreas, conservando però entrambe le estremità.

Più tessuto pancreatico, significa avere più cellule che producono l’insulina e gli enzimi digestivi e quindi un minor rischio di diabete o gravi disturbi digestivi.

La pancreatectomia totale, come puoi intuire dal nome, consiste invece nell’asportazione di tutto il pancreas insieme alla cistifellea, al duodeno ed a una porzione di stomaco. Si tratta di un approccio che viene eseguito in caso di tumori multifocali o comunque diffusi a tutto l’organo.

Fonti | Ansa; Humanitas

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