Emergenza granchi blu nel Delta del Po: quali possono essere le soluzioni per arginare la specie infestante?

Il crostaceo, che prolifera lungo la costa adriatica, preoccupa gli acquacoltori che chiedono alla Regione e al Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare di trovare una soluzione per tutelare l’economia locale: tra le opzioni, c’è anche quella di pescare e commercializzare la specie.
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Martina Alfieri 12 Luglio 2023

In poco tempo, i granchi blu sono riusciti a mettere in ginocchio l’economia degli acquacoltori dell'Emilia-Romagna. In che modo? Facendo razzia negli allevamenti di vongole e cozze, molluschi che rappresentano una vera ricchezza per l'area costiera della regione. Il granchio blu è una specie aliena, cioè non autoctona dell'Adriatico, e la sua proliferazione rischia di compromettere l’equilibrio dell’ecosistema del Delta del Po.

Il granchio blu (Callinectes Sapidus) è un crostaceo decapode che vive normalmente lungo le coste dell’Oceano Atlantico. Solo negli ultimi tempi la specie ha incominciato a diffondersi anche in Europa con conseguenze negative sulla biodiversità locale.

È emersa un'importante emergenza: l'allevamento di vongole nella Sacca di Goro è minacciato dal "Granchio blu" (Callinectes Sapidus), specie alloctona vorace e dannosa. La Sacca di Goro ha un'importanza fondamentale sia dal punto di vista naturalistico-ambientale, sia dal punto di vista economico”, scrive su Facebook il Comune di Goro, in provincia di Ferrara, che ha già emanato un’apposita ordinanza che consente ai pescatori di “prelevare, trasportare a terra e smaltire” i granchi blu. “Goro è la prima realtà produttiva di vongole in Italia e in Europa, e la seconda nel mondo. L'allevamento di vongole e mitili dà lavoro a oltre 50 società cooperative, impiegando oltre 1600 addetti (prevalentemente cittadini di Goro con nuclei familiari spesso mono-reddito), e tutto l'indotto della filiera”.

Secondo il biologo ed ex sindaco di Goro Diego Viviani, intervistato dalla trasmissione Report, sarebbero state le recenti piene dei fiumi a portare l’invasione nel Delta del Po. Ma già nel 2022 era chiaro che questi granchi dal colore bluastro avrebbero potuto rappresentare un problema ambientale.

In queste ore le istituzioni stanno cercando di capire come intervenire per aiutare gli acquacoltori, ma una soluzione sostenibile potrebbe essere quella di concedere ai pescatori la possibilità catturare e commercializzare i crostacei con l’obiettivo contrastarne l’aumento incontrollato, riducendo allo stesso tempo lo sfruttamento alimentare delle specie autoctone.

Le bioinvasioni sono un fenomeno sempre più diffuso nel Mediterraneo: secondo uno studio realizzato dall’Università di Pisa sono addirittura 42 le specie aliene – soprattutto crostacei, vermi policheti, molluschi e altri invertebrati – che mettono a rischio la biodiversità marina locale.

Oltre ad avere un importante valore commerciale, cozze e vongole sono anche alleate nella lotta ai cambiamenti cliamatici. Proprio uno studio condotto dall'Università di Ferrara nella Sacca di Goro ha dimostrato che ogni chilo di vongole veraci è in grado di “mangiare” 254 grammi di CO2, mentre le cozze ne assorbono 146 grammi.