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Entro il 2050 la siccità colpirà 5 miliardi di persone: è un altro countdown che dobbiamo arrestare in fretta

L’ultimo rapporto della Convenzione dell’Onu sulla desertificazione disegna un quadro drammatico sulla scarsità idrica nel mondo: per il 2050 la siccità potrebbe colpire tra i 4,8 e i 5,7 miliardi di persone nel mondo.
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Gianluca Cedolin 19 Maggio 2022

In Italia, soprattutto al Nord, il 2022 è iniziato con una grave siccità: non ha quasi mai piovuto, le portate di fiumi e laghi sono scese ai minimi storici e la mancanza di acqua è diventata un problema per molti settori, dall'agricoltura alla produzione di energia idroelettrica.

Ti abbiamo raccontato la storia del fiume Po, dove per mesi c'è stata più sabbia che acqua.

Quanto visto in Italia è un piccolo assaggio di quello a cui sta andando incontro il mondo, e che in parte sta già vivendo, con gravissime conseguenze per la nostra vita. L'ultimo rapporto dell'Unccd, la Convenzione delle Nazioni unite contro la desertificazione, lo dice chiaramente: l'umanità è a un bivio e deve agire subito, con decisione.

Già oggi, secondo il report, circa un terzo della popolazione mondiale (2,3 miliardi di persone) vive in condizioni di scarsità idrica, e questo numero raddoppierà entro la metà di questo secolo, se non contrasteremo con efficacia la crisi climatica e il riscaldamento globale in corso.

Per il 2050 infatti, secondo l'Unccd, la siccità potrebbe colpire tra i 4,8 e i 5,7 miliardi di persone. Del resto, il trend è purtroppo molto negativo. Dal 2000 a oggi il numero e la durata delle siccità del mondo sono cresciuti del 29% e negli ultimi cinquant'anni ci sono state circa 650mila morti legate alla scarsità idrica.

I danni sono ambientali, sociali e chiaramente anche economici: le siccità del mondo nei vent'anni tra il 1998 e il 2017 hanno provocato perdite per 124 miliardi di dollari, secondo le stime dell'Unccd. Entro il 2030 potrebbero essere 700 milioni le persone costrette a dover migrare a causa della siccità e della mancanza d'acqua.

Per invertire la rotta bisogna innanzitutto intervenire sulle cause della crisi climatica, quindi tagliare drasticamente le emissioni, e poi smettere di costruire e cementificare indiscriminatamente, ripristinare il più possibile il territorio e il paesaggio, imitando la natura.