
In occasione dell’evento "Clean air dialogue", tenutosi in questi giorni a Torino, è stato firmato il Protocollo Aria Pulita, una firma decisiva che darà il via ad un piano d’azione per trovare una soluzione al problema, sempre più urgente, dell’inquinamento atmosferico.
L’evento straordinario (una due giorni che non ha precedenti) nasce da una richiesta dell’esecutivo dell’Unione Europea, a seguito di due procedure d’infrazione sulla qualità dell’aria che pesano sul nostro Paese: la 2015/2043 e la 2014/2147, relative al superamento dei livelli di biossido di azoto (NO2) e particolato (PM10) in alcune Regioni italiane. Alle giornate dedicate al dialogo sulla questione ambientale, oltre al Ministro dell'Ambiente Sergio Costa, erano infatti presenti anche i rappresentanti dell'Unione Europea.
Ma quali sono i punti principali contemplati dal documento appena firmato? Il Protocollo Aria Pulita ha l’obiettivo di avviare il piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria. Il piano prevede interventi a breve e medio termine che mirano a contrastare l’inquinamento atmosferico a partire da tre settori dell’economia nazionale che sono ritenuti i principali responsabili: trasporti, agricoltura e riscaldamento.
È per questo motivo che il Protocollo Aria Pulita è stato firmato da addirittura sei Ministeri (Ambiente, Economia, Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti, Politiche agricole e Salute). Per intervenire in questi settori, i dicasteri dovranno quindi lavorare insieme, collaborando con Governo e Regioni e adottando le misure necessarie di carattere normativo, programmatico e finanziario.
“È importante lavorare insieme. Ci siamo assunti una responsabilità politica pubblica, amministrativa e gestionale – ha commentato Sergio Costa, Ministro dell'Ambiente -. Vogliamo fare da battistrada anche per gli altri Paesi europei in procedura d’infrazione”.
Il Piano tiene conto di ben cinque ambiti d’azione. Il primo ambito comporta la razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi, l’istituzione di un fondo di finanziamento per il controllo dell’inquinamento (400 milioni di euro) e una campagna informativa per i cittadini. Un secondo ambito interessa l’agricoltura e la combustione di biomasse con l'attuazione di interventi ad hoc per abbattere le emissioni di ammoniaca e limitare la combustione dei residui vegetali.
Il terzo ambito punta sulla mobilità e prevede: l’introduzione di criteri ambientali nella disciplina della circolazione in ambito extra-urbano, linee guida per la classificazione dei veicoli elettrici ibridi e il sostegno alla micro mobilità. Il quarto ambito d'azione riguarda la riduzione delle emissioni inquinanti nel riscaldamento civile attraverso delle azioni di controllo, di incentivazione e di disincentivazione degli impianti. Infine, il quinto ambito di azione si concentra sulla chiusura o la trasformazione degli impianti termoelettrici alimentati a carbone.