
Quante volte ti è capitato di leggere nelle ricette: “Cuocere a 180 gradi per 40 minuti, 30 se ventilato”? Il forno ventilato viene spesso citato per la sua capacità di ridurre i tempi di cottura, ma c’è molto di più. Perché i tempi si accorciano davvero? E soprattutto, quando è meglio scegliere la modalità ventilata rispetto a quella statica?
Scegliere tra forno statico o ventilato non si riduce solo al tempo, ma all’effetto che vuoi ottenere sui tuoi piatti. Ecco cosa devi sapere per sfruttare al meglio entrambe le funzionalità.
Il forno statico è il metodo di cottura più tradizionale. Utilizza due resistenze, una in alto e una in basso, per irradiare calore direttamente sugli alimenti, cuocendoli dall’alto e dal basso. È perfetto per chi cerca una cottura delicata e uniforme, senza il rischio di seccare troppo i cibi. La modalità statica è indicata per alimenti che richiedono una cottura più dolce e graduale, come pane, torte e pizze. La lievitazione è favorita da questo metodo, poiché permette al calore di agire in modo equilibrato.
Il forno ventilato è, di base, un forno statico a cui è stata aggiunta una ventola. Questa ventola distribuisce il calore in maniera uniforme, permettendo di cuocere più pietanze contemporaneamente su diversi ripiani e riducendo i tempi di cottura. Il vantaggio principale? Efficienza e omogeneità. La cottura diventa più rapida non perché la temperatura è più alta, ma perché il calore circola meglio, arrivando a ogni angolo del forno e cuocendo i cibi più in fretta. Per questa ragione, quando si usa la funzione ventilata, è consigliato abbassare la temperatura di circa 10 gradi rispetto alla modalità statica.
La modalità ventilata è ideale per cibi che richiedono una cottura rapida e uniforme. È perfetta per biscotti, patate al forno, polpette o altre pietanze che devono risultare croccanti fuori e morbide dentro. Inoltre, essendo un metodo di cottura più efficiente, ti permetterà anche di risparmiare energia.
Il forno statico, come accennato, è ottimale per preparazioni che hanno bisogno di una cottura più delicata e che richiedono una crescita o una lievitazione, come pane, torte, pizza o dolci soffici. L'irraggiamento del calore in modo più "fermo" permette ai cibi di cuocere in profondità senza seccarsi troppo in superficie.
(Articolo di Sara Polotti del 2 Sett 2021, aggiornato da Redazione il 20 Ott 2024)